Serviva solo un po' di tempo a Simone Fontecchio (26) per ambientarsi in una realtà nuova e imporre il suo talento. E nella notte tra lunedì e martedì il cestista italiano si è messo in mostra per la prima volta nell'esigente e prestigioso teatro dell'NBA. E lo ha fatto come meglio sa, puntando al canestro quando gli è toccato entrare nel finale di una partita equilibrata. Un test importantissimo passato quasi a pieni voti.
Nonostante la sconfitta per 114-108 dei suoi Utah Jazz in casa degli Houston Rockets, il pescarese si è reso protagonista di un sontuoso ultimo quarto nel quale ha messo a segno 13 punti, la totalità del suo bottino. Dopo aver disputato appena 64 secondi nei precedenti match, l'ala piccola tricolore è stata chiamata in causa in un momento cruciale, quando si decidevano le sorti dell'incontro.
E le sue qualità si sono fatte vedere eccome: tre triple in pochi minuti hanno confermato non solo la sua ottima tecnica di tiro ma anche la sua capacità di prendersi delle responsabilità importanti. A esaltare la prestazione dell'ex Virtus Bologna è stato coach Will Hardy (34): “Simone è stato fantastico. Ci ha dato una spinta per provare a recuperare, è davvero un ottimo tiratore e sa come si sta su un campo da basket. Ha battuto bene i close-out su di lui e preso alcune ottime decisioni in attacco: sono davvero felice per lui“.
Finalmente in gara con il tempo giusto per esprimere il proprio talento, l'abruzzese non si è tirato indietro, sfoggiando anche una combattività forse a volte esagerata, come dimostrato dai quattro falli commessi. Egli stesso ha ammesso di voler migliorare in questo aspetto: “Devo riuscire a non distogliere l’attenzione dal campo: ci sono tanti aspetti del mio gioco su cui devo ancora lavorare. Ho giocato 15 minuti ad esempio e commesso quattro falli: questa è una delle cose da non fare. Ma non posso nascondere la mia felicità per aver dato una mano alla squadra“.
Quella di Houston è dunque una sconfitta che sa di vittoria per Fontecchio, che a 26 anni si trova di fronte all'opportunità di tutta una vita, quella di brillare nella vetrina più limpida e scintillante del basket mondiale. Dopo un europeo nel quale il suo rendimento con l'Italia è stato intermittente, pur creando momenti di gran basket, adesso è arrivata l'ora di conquistare l'America. Quella vera, quella del basket più competitivo e spettacolare.
Il suo apprendistato in NBA è un'ottima notizia per il basket italiano, il cui futuro poggia sulle solide spalle sue e di Paolo Banchero (19), nato a Seattle ma di origini liguri. Quest'ultimo, che nella notte ha realizzato ben 21 punti nel match perso dai suoi Orlando Magic in casa dei New York Knicks, è l'altro osservato speciale degli appassionati di basket italiani, i quali quest'anno avranno due ottime ragioni per puntare la sveglia di notte e assistere alle giocate di due future colonne portanti della nazionale azzurra.