OPINIONE - Grande Sainz, ma la sostituzione con Hamilton ha senso

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OPINIONE - Grande Sainz, ma la sostituzione con Hamilton ha senso
Carlos Sainz e Lewis Hamilton
Carlos Sainz e Lewis HamiltonAFP
Alla luce della vittoria di Carlos Sainz al GP d'Australia, tornano i dubbi sulla decisione della Ferrari di sostituire lo spagnolo con l'inglese a partire dalla prossima stagione: giusto o sbagliato?

Una prestazione eroica. Se si considera che poco più di due settimane fa era sotto ai ferri per un'operazione di appendicite (sostituito in pista dal promettente Oliver Bearman), il trionfo di Carlos Sainz in Australia assume una valenza ancora più significativa. E inevitabilmente riporta la discussione sulla decisione della Ferrari di sostituirlo nella prossima stagione con Lewis Hamilton, tanto che Marca oggi titola senza mezzi termini "Vendetta", proprio riferendosi alla questione.

La scelta della scuderia ha lasciato tutti un po' di sasso, e sono iniziate a circolare polemiche. C'è chi ha parlato di operazione di marketing, visto che il sette volte campione del mondo (primato in condivisione con Michael Schumacher) l'anno prossimo avrà 40 anni, parecchi (ma non ditelo ad Alonso che ne ha 42) e che, a parte nel 2008 con la McLaren, fuori dalla favolosa Mercedes pre 2020 non ha più vinto. E in questa Mercedes non sempre rende più di George Russell. 

Se la componente marketing è senza dubbio presente, va però detto che la Ferrari si ritroverà un pluricampione del mondo, personaggio in pista e fuori, che oltre a formare una coppia piuttosto competitiva (e glamour) con Charles Leclerc, potrà mettere a disposizione la sua esperienza anche per far crescere il monegasco, grande talento a cui manca ancora continuità di rendimento e una certa capacità strategica (oltre a un po' di fortuna).

Capacità strategica che invece ha proprio Sainz, bravissimo a portare a termine la gara gestendo al meglio le gomme (anche in Australia è stato tra gli ultimi del gruppo di testa a cambiarle), un annoso problema della Ferrari, quest'anno in parte risolto. Una qualità che che ha permesso allo spagnolo di vincere due gare a zero nel dominio Red Bull rispetto al compagno di squadra, ma anche di aggiudicarsi il duello nel 2021. Insomma, non proprio una seconda guida. E infatti non lo è, anche se "il principino" monegasco ha sempre avuto più ascendente tra i titosi e anche in seno alla scuderia. Da qui la scelta su chi buttare giù dalla torre per far spazio a Hamilton.

Ombre dal passato

Un'operazione che ricorda un po' quella con Alain Prost nel 1990, il vecchio (all'epoca Alain ne aveva "solo" 35) campione preso per contrastare il dominatore Ayrton Senna (il Verstappen di oggi) sulla favolosa McLaren (la Red Bull di oggi) insieme a Nigel Mansell e poi Jean Alesi. Allora non finì bene: Mansell non andava d'accordo con il francese e decise di andarsene sbattendo la porta, mentre nel suo secondo anno Prost non racimolò neanche una vittoria, parlò male della scuderia e fu sbattuto fuori. 

Soprattutto non andò bene perché Prost sembrava arrivato più per la pensione dorata che per vincere qualcosa. Famigerata la sua "paura" per la pista bagnata: il francese sotto la pioggia uscì di pista addirittura nel giro di ricognizione nel GP di Imola del 1991, suscitando un mare di polemiche tra i sostenitori della Rossa. Un problema di competitività che non si dovrebbe riproporre con Hamilton, visto che l'inglese nonostante l'età ha ancora fame di vittorie: gli servirebbe un mondiale in più per sorpassare proprio Michael Schumacher, leggenda del Cavallino.

Un futuro da scrivere

Vedremo se la Ferrari almeno stavolta ci avrà visto giusto. Senza gridare alla "vendetta" come fanno i giornali spagnoli, Sainz ha comunque dimostrato grandissima professionalità, e i suoi risultati - oltre a contare per la stagione della Rossa - serviranno a metterlo in luce nel mercato piloti. Lo spagnolo, infatti, diventa piatto appetitoso per le grandi scuderie a caccia di nuove soluzioni.

Al di là della Mercedes, che potrebbe ingaggiarlo per sostituire il partente Hamilton, non va esclusa proprio la Red Bull, che oltre al fenomeno Max Verstappen ha un Checo Perez in scadenza che ha lasciato molto a desiderare anche nell'ultimo GP australiano. Per Sainz sarebbe un ritorno, visto che è cresciuto nel Junior Team di Helmut Marko, anche se nel 2017 il rapporto con la Toro Rosso (dove aveva corso proprio con Verstappen) è finito in modo un po' burrascoso.

Tornando alla Ferrari, se la mossa di sostituire l'ottimo Sainz con Hamilton non va considerata avventata o addirittura sconsiderata per quanto detto sopra, proprio pensando alla Red Bull ci sarebbe stato un acquisto migliore. Non un pilota, ma un ingegnere. Anzi, L'Ingegnere: Adrian Newey. Il fuoriclasse dei progettisti che ha fatto soffrire la Rossa in McLaren, Williams e ora Red Bull. Nessun tentativo di Maranello è riuscito mai a convincerlo (nel 2014 la Ferrari gli offrì un contratto da 20 milioni di sterline), ma se c'è un uomo che sa come si vince e come far vincere è proprio lui. 

Marco Romandini - Caporedattore
Marco Romandini - CaporedattoreFlashscore