Novak Djokovic e il sogno della storica 23esima vittoria in un torneo dello Slam

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Novak Djokovic e il sogno della storica 23esima vittoria in un torneo dello Slam
Novak Djokovic, a una partita dal Santo Graal
Novak Djokovic, a una partita dal Santo GraalAFP
Arrivato al Roland Garros in condizioni dubbiiose, Novak Djokovic ha dimostrato ancora una volta di cosa è capace in un torneo dello Slam. Questa domenica, contro Casper Ruud, il serbo punta al trionfo per diventare l'unico giocatore con 23 vittorie nei Major

Vecchio, logoro, stanco. Così era arrivato Novak Djokovic all'inizio di un torneo del Roland Garros da lui vinto in due occasioni. Preoccupato sul suo rendimento sulla terra rossa dopo la brutta esperienza nel "suo" torneo di Banja Luka e dalla sconfitta contro Lorenzo Musetti a Monte Carlo, il serbo è stato prima costretto al ritiro a Madrid e poi si è visto battuto in tre set da Holger Rune a Roma.

Ma a Parigi, il 36enne ha voluto lanciare un primo messaggio, ricordando a tutti quanto possa resistere al dolore con il passare dei turni e l'avvicinarsi della possibile vittoria del trofeo. Da questo punto di vista, i suoi quindici giorni si sono svolti senza intoppi. Ha tenuto testa a Alejandro Davidovich Fokina e poi a Karen Khachanov, con il russo che si era quasi portato sul 2-0 nei quarti di finale. Djokovic conosce il suo corpo e vuole sempre migliorarne la conoscenza, soprattutto con quell'intrigante chip attaccato al petto.

Il suo colpo da maestro è arrivato in semifinale quando, grazie a un inizio strepitoso, ha fatto venire i crampi a Carlos Alcaraz. Il tutto dopo una sconfitta al secondo set che lasciava presagire che lo spagnolo si sarebbe imposto senza troppi problemi. E invece il serbo è rimasto in partita, mentre lo spagnolo ha sentito i propri muscoli contrarsi dalla testa ai piedi. 

Novak Djokovic più concentrato che mai sul suo 23° Major
Novak Djokovic più concentrato che mai sul suo 23° MajorAFP

Ruud in modalità Wawrinka

Questo incontro tra stelle, erroneamente definito una finale anticipata, ha dimostrato che Djokovic rimane un incredibile metronomo con il suo rovescio. Alcaraz non è riuscito a trovare il ritmo durante il primo set e la maggior parte del secondo. La sua capacità di tenere gli scambi rimane un aspetto chiave del suo gioco, così come le sue piccole provocazioni nel 3° e 4° set che hanno provato quanto fosse imperativo per lui mantenere la massima concentrazione, nonostante un Alcaraz al 25% delle sue possibilità. Se il pubblico ha fischiato, prendendola per una mancanza di classe, questa sua maniera di agire ha evidenziato la determinazione del balcanico, lontano da ogni sentimento di pietà.

Ma saranno sufficienti queste doti contro un Casper Ruud tanto discreto quanto sovrano a Parigi? L'anno scorso da novizio in una finale del Grande Slam e è stato sbaragliato da un immenso Rafael Nadal. Dodici mesi dopo, eccolo pronto a disputare la sua terza finale di uno Slam negli ultimi cinque tornei. Adesso il norvegese può contare su una maggiore esperienza e su moltissima fiducia nelle sue capacità. Come Stan Wawrinka nel 2015, Ruud può davvero battere Djokovic.

Bisognerà vedere, però, se queste caratteristiche basteranno contro un giocatore che ha un appuntamento con la storia e un record assoluto. Djokovic ha avuto un sussulto contro Daniil Medvedev agli US Open del 2021, quando stava cercando di conquistare il 22° Slam ed è stato battuto dal russo. Le porte dell'Olimpo sono sempre più pesanti nel momento in cui vengono aperte e anche il più solido dei giocatori può essere paralizzato dal momento, soprattutto se si trova nel regno di Nadal, che oggi spera di non venir superato nella classifica all time degli Slam.