Juventus, dopo la crisi ancora al lavoro per definire l'ultimo bilancio

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Juventus, dopo la crisi ancora al lavoro per definire l'ultimo bilancio
Juventus al lavoro per il nuovo bilancio
Juventus al lavoro per il nuovo bilancio
Profimedia
Il nodo resta la manovra stipendi bocciata anche da Deloitte.

Il nodo restano sempre le "manovre stipendi". Su queste operazioni, nate nel periodo dell'emergenza Covid e principale oggetto delle contestazioni della Procura di Torino e dei rilievi della Consob e della società di revisione Deloitte, si sviluppa ancora il lavoro della Juventus per definire il bilancio dell'esercizio 2021/2022, mentre, dopo avere ricevuto gli atti dalla magistratura ordinaria, è all'opera anche la Procura federale della Figc.

L'inchiesta condotta dai pm del pool Economico della Procura del capoluogo subalpino è ormai conclusa e si attende la data dell'udienza preliminare per la decisione del rinvio a giudizio, udienza che verosimilmente si terrà nella prossima primavera.

Il progetto di bilancio presentato finora dal club bianconero non ha passato l'esame della società di revisione Deloitte, proprio per gli effetti delle "manovre sui compensi del personale tesserato relativo alle stagioni sportive 2019/2020 e 2020/2021". Nella valutazione di Deloitte, la perdita e il patrimonio netto al 30 giugno 2022 "risultano sovrastimati, rispettivamente di 44 milioni e di cinque milioni"; nell'esercizio precedente, invece, la società di revisione ha visto una sottostima della perdita di 21 milioni e una sovrastima del patrimonio di 49 milioni. Infine, il patrimonio netto all'1 luglio 2020 sarebbe stato sovrastimato di 28 milioni.

Numeri che non tornano, quindi, secondo la relazione conclusa da Deloitte e che potrebbero costringere il nuovo management a chiedere agli azionisti un terzo aumento di capitale, dopo i 300 milioni del 2018 e i 400 milioni deliberati nel 2021. Una terza immissione di nuovi capitali, peraltro esclusa nei giorni scorsi da John Elkann, presidente della controllante Exor, porterebbe così l'ammontare degli aumenti sulla soglia del miliardo di euro in cinque anni.

La Juventus, nella nota pubblicata il 6 dicembre, ha difeso ancora una volta il suo operato, non condividendo, nei rilievi della società di revisione, "le interpretazioni di regole contabili e giudizi e valutazioni" di Deloitte. E mentre il tiolo in Borsa scende ai minimi, la proprietà della Juventus è pronta a voltare pagina, confortata delle parole del ministro dello Sport, Andrea Abodi, "la cosa bella dello sport è che si può morire e rinascere".

La squadra senza i nazionali ha ripreso ad allenarsi, in vista della ripresa del campionato, ai primi di gennaio. Ma l'attenzione resta assorbita dal futuro del club con le due assemblee chiave, il 27 dicembre per l'approvazione del bilancio più sofferto della ultracentenaria storia bianconera, il 18 gennaio per quella del nuovo consiglio di amministrazione.