Storie di calciomercato, l'estate del 1996: Zidane, Crespo e Nedved scoprono l'Italia

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Storie di calciomercato, l'estate del 1996: Zidane, Crespo e Nedved scoprono l'Italia

Zidane alla Juventus
Zidane alla JuventusProfimedia
La prima sessione di mercato in seguito alla celebre sentenza Bosman aprì a nuovi scenari di mercato. E in una Serie A che si vantava di essere il campionato più bello del mondo facevano irruzione tre fenomeni che avrebbero scritto la storia

Quando, nel dicembre del 1995, l'allora calciatore belga Jean-Marc Bosman vinse la causa con l'RFC Liegi, il mondo del calciomercato cambiò per sempre. La liberalizzazione dei trasferimenti introdusse nuove modalità di acquisto, tra tutte quella dell'ingaggio a costo zero con calciatori in scadenza di contratto.

L'estate del 1996, dunque, fu la prima nella quale questa new wave iniziò a farsi largo in Europa, aprendo nuovi orizzonti da percorrere. Ed è da lì che partiremo in questo excursus relativo alle storie di calciomercato che più hanno condizionato i campionati europei, partendo da una Serie A che nella stagione 1996-97 era considerata ancora il campionato più bello del mondo.

L'arte di Zizou

Si era innamorato di lui l'avvocato Gianni Agnelli. E Zinedine Zidane, ribattezzato 'Zizou' dall'eccentrico tecnico francese Rolland Courbis, fu acquistato dalla Juventus, la quale pagò al Bordeaux qualcosa come otto miliardi delle vecchie lire. Una cifra non folle per l'epoca, ma in parte comunque una scommessa per un 24enne che con i Girondins aveva fatto girare la testa anche a un grandissimo Milan in Coppa Uefa.

L'impatto di Zidane sul calcio italiano fu lieve, quasi timido, e ci vollero mesi affinché Zizou potesse finalmente sciogliersi. Freddo e distaccato, nonostante le origini berbere e un'infanzia nella caldissima periferia di Marsiglia, il francese di seconda generazione che avrebbe raccolto l'eredità di Michel Platini e tolto a Eric Cantona il posto in nazionale si sbloccò con uno strepitoso gol all'Inter. E da quel momento in poi a Torino, e in tutta Italia, iniziarono ad apprezzare la sua arte da giocoliere mista alla concretezza del campione.

Le scommesse Nedved e Crespo

Dopo la splendida partecipazione all'Euro 1996, nel quale dopo aver eliminato l'Italia la sua Repubblica Ceca finì seconda dietro la Germania, Pavel Nedved fu reclutato da una Lazio molto ambiziosa e pronta al grande salto con Cragnotti alla guida. Prelevato per circa 9 miliardi dal Kosice, il centrocampista ceco sarebbe diventato una pedina essenziale della miglior Lazio di tutti i tempi in quanto a titoli vinti.

Sul fronte Parma dell'altro nuovo ricco Stefano Tanzi, invece, sarebbe arrivato Hernan Crespo, centravanti che con il River Plate aveva infiammato gli stadi dell'Argentina e del Sudamerica. Pagato otto miliardi e mezzo, il Valdanito, come lo chiamavano per la sua somiglianza nello stile di corsa con l'ex campione del mondo, ci avrebbe messo anche lui un po' di tempo a carburare, proprio come Zidane. Poi, grazie alla pazienza di Carlo Ancelotti e l'aiuto ambientale da parte del colombiano Faustino Asprilla, che da buon latinoamericano sapeva come prenderlo, Crespo sarebbe esploso diventando un centravanti di livello mondiale in pochi mesi.

Il rimpianto Roberto Carlos

Roberto Carlos
Roberto CarlosProfimedia

In uscita, invece, va ricordato uno degli affari più sbagliati di sempre. Non solo dell'Inter ma della storia del calciomercato. Il laterale sinistro Roberto Carlos, un portento fisico che era stato preso con grande acume dalla squadra nerazzurra nell'estate prima dal Palmeiras, venne giudicato poco adatto al campionato italiano dal tecnico Roy Hodgson. Il motivo? La scarsa propensione alla difesa.

Ragion per cui, al momento dell'arrivo dell'offerta di 12 miliardi da parte del Real Madrid la società nerazzurra ritenne di poter fare un affare, facendo andar via un terzino capace comunque di segnare sette reti in 34 partite. Richiesto da Fabio Capello, fresco tecnico madrileno, il brasiliano venne messo nelle migliori condizioni per rendere al massimo, diventando uno dei più forti della storia nel suo ruolo. Memorabile restò la dichiarazione di Capello: "L'hanno venduto perché non sapeva difendere? Bastava dirglielo". 

Shearer per la storia

36 miliardi del vecchio conio. Questa la trasposizione da sterline a lire dell'affare che vide Alan Shearer passare dal Blackburn al Newcastle, squadra per la quale aveva sempre fatto il tifo. Il bomber inglese, vincitore di uno storico titolo con il Blackburn due anni prima da capocannoniere (34 reti in 42 incontri) aveva fatto di tutto per tornare dove era nato e lottare per vincere con i colori che amava fin dalla nascita.

L'exploit di due stagioni prima non fu possibile da realizzare, ma anche con la maglia del Newcastle Shearer avrebbe fatto la storia a suon di gol. Nella sua prima stagione gonfiò la rete in 25 occasioni su 31 partite, trascinando i Magpies a uno storico secondo posto che significò la qualificazione in Champions League. Davanti, però, c'era il Manchester United dei Ferguson's Boys, un rivale troppo forte per essere impensierito.