Il Senegal alla ricerca di una conferma mondiale con il dubbio Mané

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Il Senegal alla ricerca di una conferma mondiale con il dubbio Mané

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Il Senegal alla ricerca di una conferma mondiale con il dubbio Mané
Il Senegal alla ricerca di una conferma mondiale con il dubbio ManéProfimedia
Ventidue anni dopo aver guidato da capitano il Senegal nel corso del Mondiale 2002 in Corea e Giappone, Aliou Cissé ci riprova in Qatar nuovamente da allenatore. Il 46enne tecnico, con alle spalle una carriera da giocatore nei principali campionati europei e l’esperienza da tecnico nel Mondiale russo, arriva alla nuova competizione iridata con la consapevolezza di essere stato l’artefice dell’enorme crescita della nazionale dei Leoni della Teranga. La nazionale capitanata da Kalidou Koulibaly, campione d’Africa nella recente edizione disputatasi in Camerun a inizio anno, si è confermata come il movimento più in crescita del panorama calcistico africano.

Il Senegal, ancora scottato dalla mancata qualificazione agli ottavi a Russia 2018, a causa della differenza reti, si è riscattato nel proprio continente, disputando la finale della Coppa d’Africa 2019 (persa contro l’Algeria) e imponendosi nell’edizione seguente grazie alla conquista storica del primo trofeo. La discreta carriera di Cissé da centrocampista in Europa gli ha permesso di tornare nel suo Paese con un occhio critico ed esigente, oltre alla capacità di riflettere e ragionare su una preparazione atletica e tattica differente dalla solita.

Al comando della sua nazionale dal 2015, ovvero dall’inizio della sua carriera da tecnico, il 46enne punta tutto sull’interpretazione delle partite. Per lui il possesso palla è alla base del gioco della sua squadra, sebbene non disdegni le transizioni rapide in attacco. Ed è per questo che, nonostante l’infortunio al ginocchio di Sadio Manè, faccia allegra e leader di un gruppo unito, ha voluto a tutti i costi il suo attaccante migliore. Un’avventura che, Cissé a parte, vede tre calciatori come punti fermi dell’intera spedizione.

Tre solidi pilastri

Mané non è un calciatore qualunque. L’attaccante del Bayern Monaco è, ed è stato, il punto di riferimento di ogni squadra nella quale ha militato. Attaccante mobile, capace di giocare sia sull’out mancino sia da centravanti, non solo non ha risentito del cambio culturale dal Merseyside alla Baviera, ma si è anche integrato velocemente ai dettami tattici di un Julian Nagelsmann, tecnico più sperimentale di Jurgen Klopp. All’Allianz Arena l’attaccante senegalese è entrato a far parte di un modo di giocare diverso da quello totalmente verticale che praticava a Liverpool, e che probabilmente assomiglia maggiormente a quello della nazionale di Cissé. L’aver studiato e appreso nuovi modi di attaccare potrebbe  essere un’arma in più per Mané da mettere a disposizione del Senegal: prima però ci sarà da aspettare il suo completo recupero fisico. Nel 4-3-3 della sua nazionale il numero 10 agisce da ala sinistra, con il compito di accentrarsi, ben coperto da una mediana molto elastica nei movimenti.

Gli altri punti di forza del Senegal sono in difesa, dove il capitano Kalidou Koulibaly è il pilastro di un muro difensivo che si erge davanti al portiere Edouard Mendy, balzato alla ribalta da poco, ma dimostratosi subito un elemento indispensabile.

L’ex giocatore del Napoli, che al Chelsea sta soffrendo un po’ troppo la fase di adattamento, è l’uomo spogliatoio per eccellenza. La fascia di capitano al braccio lo ha responsabilizzato ancora di più, ed è attorno a lui che si è strutturata una squadra dove si mescolano calciatori provenienti da realtà diverse, come le lingue che si parlano nel Paese. Cresciuto in Francia, ma legato al Paese d’origine nel quale si recava ogni estate da bambino, Koulibaly è fortemente unito alla terra d’Africa e alla nazionale senegalese, dove cristiani e musulmani vivono una quotidianità armoniosa senza risentire delle diverse lingue tribali che la compongono.

In Francia, un anno dopo Koulibaly, è nato anche Mendy, che da due anni milita al Chelsea grazie a un’intuizione di Peter Cech, che lo aveva adocchiato al Rennes, sua ex squadra. Arrivato ai Blues, il senegalese ha prima tolto il posto di portiere titolare a Kepa Arrizabalaga e poi ha conquistato definitivamente la porta della sua nazionale: per i Leoni della Teranga rappresenta una garanzia assoluta. Su questi due uomini Cissé ha costruito una difesa che ha incassato quattro reti nelle ultime sei partite di qualificazioni ai Mondiali. Il trionfo ai calci di rigore contro l’Egitto, finale di partita durante il quale Mendy ha neutralizzato una conclusione dal dischetto, ha regalato il pass per il prossimo Mondiale in Qatar.

Il cammino del Senegal
Il cammino del SenegalFlashscore

L’attacco, tuttavia, spicca come il reparto nel quale il Senegal ha avuto il miglior rendimento se ci si riferisce alle qualificazioni ai Mondiali, dove la media a partita degli xG (Expected Goals, la misura della probabilità che ha un determinato tiro di essere trasformato in gol, ndc) è 2,23, mentre quelli contro è 1,12. Negli otto incontri disputati nell’ultima tornata di qualificazione, il Senegal ha centrato sei vittorie, un pareggiato e una sola sconfitta. Una battuta d’arresto arrivata nella finale d’andata dello spareggio di qualificazione mondiale contro l’Egitto, poi ribaltata in casa grazie all’1-0 che ha portato ai rigori in cui proprio Mané è stato decisivo.

Tra le statistiche della nazionale senegalese che più risaltano all’occhio c’è quella relativa alla percentuale del numero di volte che Koulibaly e compagni sono andati in vantaggio per primi: il 70%, un dato che dimostra la capacità del Senegal di sbloccare il risultato anche nelle gare più complicate. 

Sostituti non all'altezza

Del Senegal, più che di punto debole, si può parlare di una panchina non all’altezza dei titolari. 

La selezione africana vanta un undici titolare di tutto rispetto, ma non conta su una panchina particolarmente affidabile. Ed è proprio l’eventuale sostituto di Mané il problema principale per il commissario tecnico, che cercherà in tutti i modi di avere a disposizione il prima possibile l’unico calciatore davvero insostituibile.

Mané è fondamentale nell’economia di gioco della nazionale africana. L’autore del rigore che ha dato ai Leoni della Teranga il pass per Qatar 2022 è la freccia d’argento dell’arco d’attacco di Cissé, grazie alle sue capacità di trasformare azioni meno importanti in potenzialmente pericolose. Cinque reti nelle ultime quattro partite rendono Mané fondamentale. Un giocatore essenziale non soltanto in partita, ma soprattutto per la sua importanza come uomo-spogliatoio. La sua allegria, estremamente contagiosa, lo rende un elemento unico sul piano dell’empatia: un leader in campo, ma anche trascinatore fuori dal terreno di gioco, assieme a Koulibaly.

Undici titolare (4-3-3)

Edouard Mendy; Youssuf Sabaly, Kalidou Koulibaly, Abdou Diallo, Fodé Balo Touré; Pape Gueye, Cheikhou Kouyaté, Gana Gueye;  Ismaila Sarr, Bambia Dieng, Sadio Mané.

Hottest contest

Per Cissé, che raramente utilizza altri moduli oltre al 4-3-3, sarà importante soprattutto scegliere quali saranno i punti fermi di una mediana che nell’ultimo hanno ha visto Gana Gueye perdere il ruolo da titolare in Premier League. Il classe ’89, passato dal Paris Saint Germain all’Everton, ha fatto passi indietro, collezionando solo nove presenze e di queste solo tre per intero. Sarà tuttavia lui l’elemento più esperto del centrocampo senegalese che vedrà protagonisti anche il suo omonimo Pape Gueye, in forza al Marsiglia, e un altro veterano come Cheikhou Kouyaté. La grande scommessa di Cissé è invece Pape Mata Sarr, 20enne del Tottenham che non ha praticamente mai visto il campo quest’anno, il che aumenta le incertezze sui dubbi sulla linea mediana del Senegal.

Previsione

In un girone nel quale l’Olanda è sulla carta la selezione con la qualità maggiore, il Senegal dovrà provare il tutto e per tutto nel corso della partita inaugurale, proprio contro gli uomini di Louis Van Gaal (71). Un eventuale successo aprirebbe la strada alla squadra di Cissé verso la qualificazione al turno successivo.

Programma Senegal
Programma SenegalFlashscore

Il risultato migliore del Senegal ai Mondiali risale al 2002, quando la selezione africana raggiunse i quarti proprio con Cissé in campo da capitano. Anche in quell’occasione fu necessaria una vittoria al primo match contro la squadra più forte, ovvero la Francia campione del mondo.

Campione d’Africa grazie a un mix di organizzazione, talento e spensieratezza, il Senegal arriva in Qatar con la consapevolezza delle proprie qualità in un gruppo con Olanda, Qatar e Venezuela. Il passaggio del turno è un obiettivo possibile, sia al primo sia al secondo posto, anche se il sorprendente Ecuador, che ha ben figurato nelle qualificazioni, e i padroni di casa del Qatar, possono rappresentare un’insidia.