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Champions League, show assoluto a Montjuic, dove Barcellona e Inter pareggiano 3-3

Dumfries svetta e trova il gol del momentaneo 2-3
Dumfries svetta e trova il gol del momentaneo 2-3Josep LAGO / AFP
Partiti a razzo con un gol di Thuram dopo un minuto, i nerazzurri hanno raddoppiato al 21esimo con Dumfries. Poi Lamal ha rimesso in partita i catalani, che trovavano il pari con Ferran Torres. Nella ripresa Dumfries andava di nuovo a segno, ma i catalani andavano sul 3-3 grazie a un autogol di Sommer dopo una bomba di Raphinha. Si deciderà tutto a San Siro la settimana prossima

Come accaduto contro un'altra milanese quasi 14 anni fa, il Barcellona è stato sorpreso in casa sua. E sebbene non sia stato al Camp Nou, né tanto meno fosse il Milan l'avversario, sono passati davvero pochi secondi affinché gli ospiti aprissero le marcature. E in che modo. Perché il colpo di tacco volante di Marcus Thuram è stato un fulmine talmente luccicante che ha acceso subito lo spettacolo.

Ferito subito, l'undici di casa si è riversato subito verso la porta di Sommer, guardiano di un'Inter che fa della difesa la sua principale dote in partite come questa. La risposta di Ferran Torres al 12esimo sotto forma di rasoterra a fil di palo avvisava il portiere svizzero che questa sarebbe stata una serata di passione. Dopo un tentativo di incursione di Lamine Yamal e un tiro fuori di poco dello stesso Torres, però, i nerazzurri si riaffacciavano avanti e guadagnavano un corner dalla sinistra. E, come spesso accaduto in questa stagione, ne approfittavano: la torre di Acerbi provocava una sforbiciata perentoria di Dumfries, che fulminava Szczęsny.

Il gol di Thuram
Il gol di ThuramJose Breton / NurPhoto/AFP/Stats Perform

Lo show, però, era appena cominciato. Perché al 25esimo Yamal si vestiva da Messi e dopo uno slalom entrava in area e faceva partire un mancino delizioso che baciava il palo ed entrava. Era l'1-2 che apriva a qualsiasi scenario. E il 17enne catalano lo faceva capire subito dopo, quando dopo aver lasciato a terra Dimarco sulla linea di fondo rientrava e sparava in porta, trovando le dita di Sommer che deviavano il pallone sulla traversa.

Incontenibile, il numero 19 blaugrana generava pericoli su pericoli sulla destra, con l'Inter che non riusciva a venir fuori dalla propria metà campo per vari minuti, con il portiere svizzero doveva respingere in due occasioni su Dani Olmo. Poi, ci pensava Pedri, la cui apertura sulla sinistra scatenava Raphinha, che di testa appoggiava per l'accorrente Torres, il quale lanciato colpiva facilmente sotto porta battendo Sommer.  

Dopo l'uscita di Kounde per problemi fisici, i catalani perdevano un po' di fluidità sulla destra, mente Lautaro spaventava tutti per un problema alla coscia che lo costringeva ad andare a bordo campo per farsi massaggiare. Il capitano nerazzurro, però, era costretto a lasciare il posto a Taremi a inizio ripresa, quando entrava anche Araujo per Martin dal lato dei catalani. Nei primi minuti del secondo tempo un affondo di Bisseck sfociava in un cross basso sul quale una serie di buchi permettevano a Dimarco di impattare di destro, col pallone che saliva troppo. L'esterno sinistro poco dopo lasciava posto a Carlos Augusto

E con i ritmi che si abbassavano, soprattutto da parte dei padroni di casa, l'Inter riprendeva la professione di fede. Ancora una volta era un corner a essere decisivo, ma stavolta dalla destra. Il cross di Calhanoglu veniva raccolto da Dumfries, la cui furia gli permetteva di svettare su Olmo, colpire di testa e infilare la porta grazie anche alla deviazione del blaugrana. I padroni di casa, però, non volevano saperne di mollare. E dopo un corner da sinistra Raphinha calciava un siluro da oltre venti metri: la palla sbatteva violentemente sulla traversa e poi sulla schiena di Sommer, sancendo così il 3-3.

Consapevole di dover gestire al meglio le proprie forze, gli uomini di Inzaghi cercavano attacchi diretti. E al 70esimo solo un monumentale Cubarsì chiudeva con precisione la traiettoria del tiro di un Thuram scattato benissimo in verticale. Col passare dei minuti erano i nerazzurri a mostrare maggior spirito di iniziativa, e solo pochi centimetri di fuorigioco toglievano il gol del 3-4 a Mkhitaryan. Dumfries, dal canto suo, continuava a seminare il panico sull'out destro in cui i padroni di casa sentivano tantissimo la mancanza di Balde. 

Gli arabeschi di un Yamal inarrestabile contrastavano con l'eccessiva altezza di una retroguardia catalana che apriva praterie esterne infinite ai milanesi, con Dumfries che solo all'80esimo lasciava spazio a Darmian, mentre Zielinski entrava per Thuram. All'88esimo c'era ancora tempo per Lamine di mettersi in mostra con una palombella impossibile da battezzare che finiva sulla parte alta della traversa, mentre i blaugrana aumentavano il ritmo per trovare il gol della vittoria.

Le statistiche del match
Le statistiche del matchStats Perform

L'ultimo tentativo ficcante era di Raphinha, che ci provava di nuovo con tutta la potenza che aveva nel sinistro, obbligando Sommer a sfiorare con i polpastrelli per evitare che il pallone entrasse in fondo al sacco. Alla fine, però, il risultato finale era di 3-3. Un risultato tutto sommato giusto per quanto visto in campo, con il Barcellona più incline al ricamo e l'Inter più propensa agli strappi. Da un lato c'è stata la ricerca continua della bellezza, mentre dall'alto un esercizio costante di abnegazione e intelligenza. A San Siro si replica. E tutto lascia presagire che nessuno sbadiglierà.