Confermare quanto di ottimo fatto all'Allianz Arena era la missione di stasera per una solida Inter. Di fronte, però, c'era quel Bayern che in Europa sa fare la voce grossa, e che è venuto a San Siro per giocare a viso aperto. Gli ospiti, infatti, inizialmente gestivano maggiormente il palleggio, mentre i padroni di casa optavano per ripartire, come accaduto al momento del tiro centrale di Dimarco al nono. Due minuti dopo era invece Bastoni a ripiegare in diagonale per evitare la facile conclusione di Olise, che si era smarcato benissimo tagliando da destra.
Col passare dei minuti, i nerazzurri prendevano il controllo delle operazioni, e quasi alla mezz'ora un pallone filtrante di Calhanoglu veniva sfiorato da Acerbi e poi da Marcus Thuram, finendo poi a lato di meno di un metro. Seguiva una conclusione del centrocampista turco che sfiorava a giro l'incrocio alla sinistra di Urbig, mentre i bavaresi replicavano poco dopo con Sané, che in piena area dopo un batti e ribatti si girava e di destro impegnava Sommer. La pressione degli ospiti aumentava nel finale di primo tempo, ma la retroguardia interista teneva botta.
Nella ripresa l'Inter tentava di venire fuori con la freschezza iniziale dopo il riposo. Al quinto un corner battuto corto vedeva Dimarco mettere in mezzo per Bastoni, la cui deviazione veniva spinta in corner da un attento Urbig. Sull'azione seguente, però, arrivava il break dei bavaresi. Kane agganciava il pallone in area, appena spostato sulla destra. E, a difesa schierata, eseguiva il classico movimento a portarsi il pallone sull'esterno per calciare di destro. Un movimento letto e sul quale Dimarco provava a chiudere ma aprendo inevitabilmente le gambe, attraverso le quali passava il pallone con un secco rasoterra.
D'improvviso la temperatura di alzava e subito dopo Thuram trovava un'incursione interessante ma non ficcante, calciando sul portiere avversario da buona posizione. I cambi di fronte diventavano una tendenza, e al 55esimo un'apertura in orizzontale di Olise vedeva Muller accorrere di gran carriera dalla sinistra, ma il suo destro era sbilenco. La rabbia dei nerazzurri, però, era di quelle possenti. E prima dell'ora di gioco un corner di Dimarco vedeva Lautaro colpire su Kimmich, il cui rimpallo veniva nuovamente raccolto in una frazione di secondo dal capitano nerazzurro, che fulminava Urbig per il pari.
Il voltaggio era talmente alto che i padroni di casa non smettevano di vibrare. E al 62esimo, su corner stavolta battuto dalla destra, Pavard svettava su Kim e trovava il 2-1 di testa, esultando senza moderazione nonostante la sua condizione di ex. Una volta messo il muso avanti, l'Inter si compattava, lasciando pochissimi spazi agli avversari. E quando la palla arrivava in zona pericolosa, ci pensava Sommer, come al 76esimo sul sinistro di Olise da ottima posizione. Sul corner seguente, però, Dier trovava il pari con un colpo di testa a scendere che beffava lo stesso portiere svizzero, insaccandosi con una parabola impensabile.
Il finale vedeva logicamente Acerbi e compagni schiacciarsi a più non posso per assorbire le offensive tedesche, con Guerreiro e Gnabry a cercare spesso l'affondo. Una bella occasione per gli ospiti arrivava dopo il 90esimo, quando da un cross da destra di Gnabry Pavard e Sommer non si capivano e dopo la smanacciata dello svizzero Kane arrivava mal posizionato e calciava alto. Al 93esimo saliva avanti anche Urbig su punizione dalla sinistra, in seguito alla quale si sviluppava un'azione avvolgente che vedeva Coman trovare in area Muller, che in caduta arrivava sul pallone ma non impattava con forza per sorprendere Sommer.

L'ultimissima, dopo l'ennesimo crosso dalla destra ribattuto, era con un tiro dal limite dell'area di Coman, il cui mancino andava alto. Subito dopo, il triplice fischio dava ai nerazzurri una qualificazione da ricordare per la sofferenza con cui è arrivata. Ma è anche una qualificazione simbolica di una forza smisurata.