La notte che doveva essere tranquilla, la più semplice del girone, è diventata invece una partita che pesa come un giudizio definitivo. Juventus-Pafos, valido per la sesta giornata della prima fase di Champions League, mette di fronte due squadre che arrivano con lo stesso numero di punti, sei, e con un percorso praticamente sovrapponibile.
Il giorno del sorteggio, sembrava un accoppiamento comodo per la Vecchia Signora, quasi rassicurante. Ora, invece, si è trasformato in un incrocio che può riscrivere la classifica e, soprattutto, lo stato d’animo bianconero.

La Juventus ha scoperto strada facendo che il Pafos non è la comparsa che molti avevano immaginato. L’unica vera caduta dei ciprioti è stata contro il Bayern, mentre per quanto riguarda il resto delle partite hanno saputo reggere, resistere, segnare e strappare punti importanti contro squadre di livello, sulla carta, superiore.
Un collettivo compatto, con una forte identità: “Una squadra tosta”, l’ha definita Luciano Spalletti, ricordando come tre dei loro quattro gol siano arrivati da palla inattiva, segno di organizzazione e attenzione ai dettagli. Il tecnico bianconero lo ripete quasi con insistenza: la partita non è semplice e non bisogna farsi ingannare dalle etichette.
Yildiz come Kvara
La Juve arriva al match dopo giorni complicati, segnati dalla sconfitta netta, più nella prestazione che nel risultato, contro il Napoli e dalla discussione attorno alla gestione dei cambi, soprattutto di Yildiz. Spalletti è tornato sull’argomento con la calma di chi conosce bene i talenti che sta allenando.
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"Dopo la sfida contro il Napoli, volevo dire che Yildiz ha molto potenziale inespresso e che voi non avete visto. Il ragazzo ce la sta mettendo tutta, cresce di partita in partita ma ha margini di miglioramento incredibili e sono un po' le stesse cose che dicevo a Kvara appena l'ho conosciuto: può diventare un super top, alcune cose le sta già facendo ma in allenamento se ne vedono molte di più".
Parole che ricordano quelle pronunciate ai tempi in cui il georgiano era un promettente sconosciuto e non la stella che sarebbe diventata. Anche stavolta, insomma, il messaggio è chiaro: Yildiz crescerà, ma la Juventus non può né deve dipendere dall’ispirazione di un singolo.
Ottovolante bianconero
Il percorso stagionale dei bianconeri è stato fin qui un’altalena emotiva che lo stesso Spalletti, subentrato in corsa a Tudor, definisce senza troppi giri di parole “un ottovolante”. Ci sono momenti in cui la squadra sembra aver capito tutto, altri in cui si riparte da zero. Le tre vittorie consecutive contro Bodo, Cagliari e Udinese avevano dato slancio, ma il tonfo contro il Napoli ha rimesso a nudo fragilità vecchie e nuove. È proprio per questo che la sfida contro il Pafos somiglia a un esame di maturità.

La classifica è stretta, quasi soffocante: Juventus ventitreesima, Pafos ventiquattresimo, le ultime due posizioni utili per raggiungere i playoff. Vincere significa respirare e provare a salire tra la nona e la sedicesima posizione, quelle che garantiscono almeno il vantaggio del fattore campo negli spareggi. Perdere o anche solo pareggiare, invece, potrebbe complicare una stagione già piena di scosse.
Stasera allo Stadium non basterà essere superiori sulla carta. Servirà una Juventus riconoscibile e continua contro un Pafos che arriva con leggerezza, convinzione e dopo aver dimostrato di essere una squadra non solo tosta, ma vera. Proprio quello che più manca alla Juve. Da troppo tempo ormai.
