La grande tensione dell'inizio della sfida tra Inter e Barcellona si è dissolta al momento del calcio d'inizio dei padroni di casa, subito intenti a effettuare un pressing molto alto. I rivali, però, avevano idee simili, e spostavano fin da subito il gioco sulla destra per permettere a Lamine Yamal di sfregare la lampada. La linea difensiva blaugrana, però, era come sempre alta, e sulle fasce i padroni di casa disponevano di corridoi per provarci, così come di alcune tracce verticali dove il fuorigioco catalano scherzava col fuoco, come su due imbeccate per Marcus Thuram.
La prima vera conclusione degna di nota era di Barella, che al 21esimo si esibiva in un sombrero e un sinistro che impegnava Szczęsny. Trenta secondi dopo, Dimarco borseggiava un distratto Olmo e poi infilava in verticale per Dumfries, che partiva in posizione regolare e, terribilmente altruista, serviva l'accorrente Lautaro Martinez, il cui piatto a porta vuota portava avanti un'Inter che aveva aumentato il ritmo nei minuti precedenti.

Immediata la reazione dei catalani, che alla mezz'ora sfruttavano un errore in disimpegno di Barella, in seguito al quale un cross dalla sinistra di Raphinha per l'accorrente Ferran Torres veniva tagliato in modo eroico e pulito da Bastoni, splendido in scivolata. Qualche minuto più tardi una percussione di Olmo sfociava in un passaggio perfetto per Yamal, il cui destro da buona posizione andava però abbondantemente a lato. Al 37esimo una botta al volo di Mkhitaryan sibilava di pochissimo affianco al palo destro di Szczęsny.
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Al 41esimo, su una rimessa di Dumfries che veniva rimpallata, era Calhanoglu a provarci di prima intenzione, ma il suo sinistro era aggrottato. Il ritmo era frenetico, e solo un minuto dopo alla disperata Cubarsì interveniva in spaccata su Lautaro in area, prendendo il piede destro dell'argentino invece del pallone. L'arbitro Marciniak veniva richiamato al VAR, dove decretava il calcio di rigore per i nerazzurri. Dagli undici metri Calhanoglu era glaciale e spiazzava Szczęsny, mettendo la palla nell'angolino basso alla sua destra.
Costretto a dover riaprire il match, il Barcellona approcciava la ripresa attaccando a spron battuto, e offrendo ovviamente spazi ai contropiedi dei nerazzurri. Al 54esimo, poi, arrivava il gol dal meno atteso, quell'Eric Garcia che da terzino adattato si inseriva in area e di piatto al volo impattava bene su cross di Gerard Martin. Ma l'Inter non si faceva spaventare e rispondeva subito con una botta di Barella che sollecitava l'intervento di Szczęsny.
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Pochi secondi dopo, però, ancora Garcia si proponeva in contropiede e, con Sommer quasi fuori dai giochi, calciava senza angolare, favorendo l'intervento spettacolare del portiere svizzero. Ma la pressione dei catalani era eccessiva, e su un altro cross di Martin era Olmo a inserirsi perfettamente per trovare il gol del 2-2 con un preciso colpo di testa.
Dopo l'ora di gioco le corde dei nerazzurri si slacciavano e al 70esimo solo per mezzo metro il fallo di Mkhitaryan su Yamal non veniva punito da un calcio di rigore. Inzaghi inseriva Darmian per Bisseck e Taremi per Lautaro, mentre Flick continuava a fidarsi dei suoi uomini, con il pallone che orbitava quasi sempre in zona Yamal, primo e quasi unico incaricato di accendere la luce. Ed era proprio lui che al 77esimo caricava un bolide di sinistro sul quale si doveva esibire Sommer in una deviazione importante.
La stanchezza condizionava lo stato fisico di entrambe le sfidanti, con il solito Lamine che continuava imperterrito a cercare lo spunto. Poi, all'88esimo un recupero palla favoriva un taglio per Raphinha, che defilato da sinistra si vedeva ribattere la conclusione di sinistro. Sulla respinta, però, il brasiliano colpiva in modo sporco ma incisivo di destro e trovava l'angolo lontano.

L'Inter ci metteva tanto cuore nel tentativo di riprenderla in un recupero fatto di sei minuti, dove gli inserimenti di Frattesi e le proiezioni di Acerbi erano le principali speranze. Dopo un contropiede rapidissimo, Yamal si appoggiava su Pedri per provarci ancora, prendendo però la base del primo palo. La porta interista che non crollava teneva in piedi i nerazzurri, che al 93esimo pervenivano a un clamoroso pari con quell'Acerbi che da centravanti vero anticipava il proprio marcatore di destro, trovando il fondo della rete su cross basso da destra di Dumfries. Il 19 blaugrana aveva l'ultimissima opportunità al 95esimo, ma arrivava stanco sotto porta e calciava centrale e debole.
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Di rabbia, l'Inter approcciava il primo tempo supplementare con la convinzione di chi non si arrende mai. E dopo una fase di studio, la prepotenza fisica di Thuram sulla destra gli permetteva di sgusciare e servire Taremi. In posizione da pivot, l'iraniano appoggiava per l'accorrente Frattesi, che piazzava un mancino chirurgico che alzava all'inverosimile il volume di San Siro. Lo stesso goleador, tuttavia, doveva chiedere l'ingresso in campo dei medici per un giramento di testa dovuto a un'esultanza esagerata.
L'ingresso di Lewandowski sembrava non essere avvenuto, con il polacco che non incideva in alcun momento, con Acerbi che dopo aver trovato il gol del 3-3 dominava anche lo spazio aereo davanti a Sommer. L'unica occasione per il bomber ex Bayern arrivava al 108esimo, quando su un cross dello scatenato Yamal, marcato da tre uomini, impattava alto di testa dopo l'uscita a vuoto di Sommer. Quest'ultimo, però, era strepitoso al 114esimo, quando in volo sventava il pari di Yamal, che aveva piazzato un fendente dalla sua posizione preferita.
Lo svizzero respingeva anche il tiro seguente del fenomeno catalano, imperturbabile nell'andare alla ricerca del pareggio. La resistenza, simboleggiata da una chiusura volante di De Vrij su Araujo, era di quelle strenue, che passeranno alla storia. Come una partita finita 4-3 per via di uno spirito incrollabile da parte dei nerazzurri, che con tanta dedizione e sudore guadagnavano l'accesso a un'altra finale di Champions, la seconda in tre stagioni.