Serviva una scossa immediata all’Atalanta dopo il deludente ko del Bentegodi contro il Verona. E quale miglior palcoscenico per rialzare la testa se non una notte di Champions League, davanti al proprio pubblico, contro i campioni del mondo in carica del Chelsea? Una squadra che, peraltro, arrivava alla New Balance Arena senza vittorie nelle ultime tre partite stagionali: l’ultimo sorriso risaliva al 25 novembre, quando a Stamford Bridge aveva piegato il Barcellona.
Orgoglio bergamasco
La gara di Bergamo, insomma, pesava per entrambe. Non solo per i Blues e per Enzo Maresca ma anche per l’Atalanta dell'amministratore delegato Luca Percassi, che con il club londinese ha persino un vecchio legame da ex giocatore.
E infatti a partire meglio è stata proprio la Dea. Dopo appena cinque minuti, De Ketelaere illumina la serata inventando un corridoio delizioso per Lookman, che però non controlla. Due minuti più tardi proprio il nigeriano chiama Sanchez al primo intervento vero, con De Ketelaere che manca la ribattuta da zero metri. L’onda nerazzurra continua a infrangersi: al 20' Lookman si presenta di nuovo davanti alla porta, e qui Acheampong evita il gol con una parata che ha il sapore del miracolo.
È una gara intensa anche nei duelli: Bellanova prima mura Gittens, poi è costretto a uscire zoppicando al 17', lasciando il posto a Zappacosta. Poco dopo, una ripartenza dei Blues genera il momento chiave: James scappa sulla sinistra, cross perfetto e João Pedro insacca. L’assistente alza la bandierina, i bergamaschi trattengono il fiato: il VAR rivede tutto e conferma, è vantaggio Chelsea.

L’Atalanta, però, non si scompone. Alza il baricentro, trova spazi sugli esterni e costringe i londinesi ad alleggerire, come quando Cucurella deve rifugiarsi in laterale al 31'. Maresca, alla vigilia, aveva sorriso: "Cosa mi manca dell’Italia? Il cibo…". In campo, però, digestione difficile: i suoi soffrono il forcing nerazzurro, pur restando sempre pronti a ripartire con veleno.
Gli ultimi giri di orologio sono un assalto lombardo e una difesa inglese organizzata, con Chalobah - già ammonito al 29' - a fare da diga.
La prima volta di Scamacca
La ripresa si apre con un cambio immediato per il Chelsea: fuori Chalobah - a rischio doppio giallo - e dentro Fofana per dare più equilibrio alla retroguardia inglese. Ma è l’Atalanta a uscire dagli spogliatoi con il fuoco negli occhi, decisa a rimettere in piedi una partita che aveva costruito e quasi comandato nei primi 45 minuti.
I nerazzurri alzano subito il ritmo, spingendo con più uomini e più coraggio, mentre il Chelsea prova ad addormentare il gioco, a non forzare i tempi, a tenere il pallone lontano dalla propria area.
Al 52' è James ad accendere una fiammata improvvisa: prima un tiro respinto da Djimsiti, poi un secondo tentativo che finisce sul fondo di pochissimo. Un minuto dopo, dall’altra parte, Lookman trova la porta ma da posizione irregolare: gol annullato senza proteste.
L’Atalanta, però, sente che l’inerzia del match sta cambiando. E al 54' arriva l’esplosione della New Balance Arena: De Ketelaere pennella dalla destra, Scamacca attacca il secondo palo con cattiveria e schiaccia di testa da pochi passi.
La palla è già imprendibile per Sanchez nel momento stesso in cui parte la traiettoria: è 1-1. È il suo primo gol in carriera in Champions, un timbro che sa di liberazione e che riaccende completamente la notte di Bergamo.
Il Chelsea accusa il colpo e la Dea, spinta dal pubblico, continua a viaggiare sulle ali dell’entusiasmo. Così al 66' arriva un doppio cambio nelle file londinesi: fuori Enzo Fernández e Pedro Neto, dentro Garnacho e Gusto per cercare freschezza e imprevedibilità.
Al 72’ anche Palladino gioca la carta del doppio cambio: fuori Kolasinac e l’eroe del momento, Scamacca, dentro Ahanor e Krstovic per ridare energia a entrambe le fasi. La partita resta viva, anche se più spezzettata. Garnacho al 75’ prova a sorprendere Carnesecchi con un tiro centrale, ma il portiere atalantino controlla senza difficoltà.
Il Chelsea, però, continua a perdere pezzi. Fofana lamenta problemi a un occhio - conseguenza di una tacchettata involontaria ricevuta in precedenza da Scamacca - ed è costretto a uscire al 76', lasciando spazio a Tosin. Un cambio che scombina ancora una volta la difesa di Maresca, già riorganizzata dopo l’intervallo.
Delirio nerazzurro
L’Atalanta percepisce il momento. L’aria, nella sua arena, è quella tipica delle notti in cui la spinta del pubblico si traduce in qualcosa di più. All’81’ Krstovic vede la porta ma il suo tentativo viene murato da Caicedo proprio al momento della conclusione. È solo il preludio.
Due minuti più tardi, al minuto 83, esplode la festa: De Ketelaere si accentra, guarda la porta e lascia partire un destro pulito, chirurgico, che tocca una deviazione quel tanto che basta per ingannare Sanchez e infilarsi in rete. È il sorpasso, è il premio a una squadra che ha creduto di poter cambiare la storia della partita.

Nel finale ci pensa un super Carnesecchi a blindare il risultato, negando a João Pedro il gol del pari con una parata da urlo che vale quanto un gol. La Dea porta così a casa una vittoria pesantissima, che la proietta al terzo posto della League Phase mentre il Chelsea scivola al decimo.
