A Parigi va nuovamente in scena lo strano caso del dottor Donnarumma e mister Gigio

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A Parigi va nuovamente in scena lo strano caso del dottor Donnarumma e mister Gigio

Coman "buca" Donnarumma
Coman "buca" DonnarummaAFP
Il portiere del Paris Saint Germain di nuovo protagonista negativo in Champions League. Dopo l'errore dello scorso anno contro il Real Madrid è arrivato quello di ieri che ha permesso al Bayern Monaco di espugnare il Parco dei Principi nell'andata degli ottavi di finale della massima competizione europea.

Da un lato Donnarumma, il grande, l'enfant prodige, l'eroe di Wembley, il portierone paratutto. Dall'altro Gigio combina guai, il numero uno degli errori madornali, colui che sulla pelle ha le cicatrici di ferite ancora aperte. E chissà se lo stesso Donnarumma, ieri sera dopo l'ennesimo passo falso, avrà chiesto conto e ragione a Gigio:

"Ma ero io o eri tu?".

"Ero io, mi dispiace...".

Tornando a casa, Gianluigi Donnarumma si sarà chiesto com'è possibile che gli sia successo di nuovo. Buona parte dei tifosi del Paris Saint Germain hanno perso la pazienza. Il resto non l'ha ancora persa perché, probabilmente, si vergogna di aver preso le sue parti nella faida interna finita con l'esilio di Keylor Navas a Nottingham.

"Quando c'era lui almeno avevi una scusa".

"In effetti, disfarci di lui, non è stata una gran bella mossa".

Probabilmente, quando gli ricorderanno l'errore commesso sul tiro tutt'altro che irresistibile di Kigsley Coman, Gigio il simpaticone lascerà che a rispondere sia di nuovo Donnarumma l'antipatico. Come quando gli è stato fatto notare, alla fine della gara disputata in Nations League contro la Germania, che, per usare un eufemismo, i piedi non sono davvero il suo forte.

"A cosa ti riferisci? Al giorno del Real Madrid?".

"Sì, proprio a quello".

E già, perché per il secondo anno consecutivo il Psg potrebbe essere eliminato dalla massima competizione europea per colpa sua. Inutile ricordare le ottime prestazioni recenti contro l'Olympique Marsiglia e il Monaco. Parate inutili che non hanno nemmeno evitato la sconfitta della propria squadra. Lo sceicco, infatti, non lo ha portato al Parco dei Principi per la gioia dei fotografi, ma per vincere la Champions League.

"E, invece, tu cosa mi combini?".

"Ma non mi avevi detto che eri stato tu?".

"Io e te, siamo la stessa persona".

Gli anni passano e il timore, sia per i tifosi parigini che quelli azzurri, comincia a diventare lo stesso, ossia che non ci sia altra soluzione che non sia quella di montare sul suo stesso vagone e accompagnarlo nei suoi continui giri sulle montagne russe. Accettandolo così com'è. Facile a dirsi, soprattutto per gli italiani a cui, quantomeno, ha regalato un Europeo.

"Guarda che, quello che ho fatto a Wembley, posso rifarlo".

"Sei davvero sicuro di poter essere decisivo anche quando la tua squadra è favorita?".

Ebbene potrebbe essere proprio questo il suo limite più grande. Per rendere al massimo, Donnarumma ha bisogno di sentirsi accerchiato. Forse non si è ancora scrollato di dosso lo status di underdog che accompagnava il suo Milan. Ma se così fosse, Gigio ha davvero sbagliato destinazione, perché il Psg è e sarà sempre favorito e lui non potrà più limitarsi a fare bella figura, ma dovrà imparare a vincere le partite da solo. Quelle importanti.