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Viaggio nella Gleason’s Gym di New York, casa di campioni e leggende come Ali e Tyson – VIDEO

Un angolo della Gleason's gym
Un angolo della Gleason's gymFabio Russomando
La palestra più antica e attiva degli Stati Uniti è stata la casa di 137 campioni del mondo e ha ospitato diverse leggende che hanno costruito la loro fortuna allenandosi sui ring del Bronx e di Brooklyn.

Sentirsi a casa a New York. Capita spesso che turisti o semplici avventori ripetano tra sé e sé “Mi sembra di esserci già stato”. Luoghi e strade ci appartengono, anche se è la prima volta che li visitiamo.

Ogni angolo ci torna in mente, come se lo avessimo già vissuto. È l’effetto New York, e forse non potrebbe essere diversamente per la città più rappresentata al mondo al cinema e in tv.

La casa delle leggende 

La Gleason's gym: la casa del pugilato
Fabio Russomando

Scorci di città che sono diventati cartoline con il passare degli anni, resi celebri grazie a film come “C’era una volta in America”. La sua copertina, che immortala il ponte di metallo, il Manhattan Bridge “imprigionato” tra due file di palazzi, è ormai riconoscibile come un quadro di Picasso o Van Gogh.

Centinaia di turisti ogni giorno affollano questa strada di Brooklyn per portare a casa un selfie in uno degli scorci più fotografati di New York. Un’icona senza tempo che nasconde un piccolo segreto sportivo. In pochi, infatti, sanno che a pochi passi da questa location fotografica si trova un luogo unico, reso leggendario dalle gesta di uomini che hanno fatto la storia del pugilato.

Il mondo dei pugni, della fatica, del sudore e della disciplina ha la sua casa alla Gleason’s Gym, la palestra di pugilato più antica e ancora attiva degli Stati Uniti che è stata la casa di allenamento di 137 campioni del mondo. 

Mostri sacri come Muhammad Ali, Mike Tyson, Roberto Durán, e Jake LaMotta, hanno costruito le loro leggende su questi ring. "Tantissimi campioni famosi si sono allenati qui e sono diventati un prodotto della Gleason’s Gym”,  racconta Bruce Silverglade proprietario, che gestisce la palestra da oltre 40 anni.

La lista di pugili che sono passati da queste parti è lunga, e Bruce è anche la memoria storica di questo luogo magico: “Conosco molti campioni. Quelli degli inizi, come Jake LaMotta, non li ho vissuti da proprietario, ma li ho incontrati dopo. Muhammad Ali ha passato la maggior parte della sua carriera qui, prima che io arrivassi. Ma per il suo ultimo incontro, quello contro Trevor Berbick, facevo già parte della palestra. Mike Tyson ha cominciato qui a 14 anni, lo conosco da allora. Roberto Durán era già qui prima che io diventassi proprietario, ma è rimasto anche dopo".

Il segreto di questo successo è un circolo virtuoso che ha portato la Gleason a essere riconosciuta in tutto il mondo: "Abbiamo avuto buoni pugili e questo attira buoni allenatori. E i buoni allenatori portano altri buoni pugili. C'è una storia, una tradizione. I fighter vincono titoli, portano altra gente… È un ciclo continuo di qualità. È questo che rende la Gleason’s una palestra iconica."

Fondata nel 1937, la palestra è oggi alla sua terza gestione. Prima di trasferirsi a Brooklyn ha avuto la sua casa nel Bronx, dove fu fondata dall'italoamericano Peter Robert Gagliardi: "Io la gestisco dal 1982, da 43 anni. È stato divertente, ma impegnativo. Sono il terzo proprietario", continua Silverglade. Una palestra che nonostante la storia e la fama non ha perso il suo allure mantenendo il suo spirito e la sua atmosfera unica.

L'ufficio di Bruce Silverglade
L'ufficio di Bruce SilvergladeFabio Russomando

Anche per questo è stata spesso utilizzata come location cinematografica per film come "Toro scatenato" (che racconta la storia di Jake LaMotta interpretato da Robert De Niro), "Cinderella Man" e "Million Dollar Baby".

Il pugilato

La Gleason per tutti è “la palestra”, il tempio della boxe, il pugilato. Qui lo sport, la fatica e il sudore hanno la priorità su smartphone, selfie e l’apparenza. Gli ambienti sono “umili”, niente di chic, non ci sono attrezzi di ultima generazione. Ma ogni volta che qualcuno mette piede sul ring della Gleason’s, è come vivere un sogno:

"Ci vuole tanta disciplina, tanto impegno. Ti alleni con tanti professionisti, molti dei quali hanno già la cintura. È una bella sfida", afferma Filippo Baldini, pugile amatore che si allena alla Gleason. "Questo è un posto dove puoi davvero incontrare chiunque: dal dilettante al campione del mondo. Non sai mai chi potrebbe varcare quella porta. Il sogno comincia qui. Dal ragazzino alle prime armi fino al professionista di altissimo livello — tutti passano da Gleason’s."

Come quel giorno che Muhammad Ali fece visita alla palestra e fu partecipe di un simpatico siparietto con una passante.

"Quel giorno Muhammad Ali venne in palestra per un servizio fotografico con Vanity Fair. Era già dopo la fine della sua carriera, ed era già malato. All’epoca la palestra si trovava al secondo piano, così chiamai il suo staff e dissi: 'Guardate, l’ingresso principale ha le scale, ma possiamo usare quello laterale con l’ascensore.' Accettarono e io lo aspettai sul marciapiede. Non appena arrivò la limousine, scese dall'auto e mi venne incontro. A poca distanza vide una ragazza che camminava parlando al telefono. Le si avvicinò, le prese il telefono e iniziò a parlare con la persona all’altro capo, mettendo un braccio sulle spalle della ragazza. Ali, il più famoso al mondo era così. Gentile, umano. Ed è questo che rappresenta il pugilato: gente calorosa, gentile, vera".

Ogni angolo un ricordo

E ogni angolo della palestra, al pari dei ricordi di Silverglade, racconta una storia. Dalle foto appese ai muri dei campioni che hanno reso grande questo luogo alle cinture esposte dietro alla scrivania di Bruce.

"Una di queste cinture, quella alla tua sinistra, apparteneva a Juan Laporte, campione del mondo portoricano e grande allenatore. Le cinture dietro di me sono della WBC, ricevute per vari contributi dati al pugilato. Quella marrone in alto è quella del mio ingresso nella Hall of Fame. Quella bianca sulla destra la consegno ai partecipanti di molti eventi che organizziamo qui alla Gleason’s."

Perché anche questo fa parte della leggenda e rende speciale questa palestra. Entrare e sentirsi  parte di qualcosa di più grande. Di un sogno chiamato pugilato.

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