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Thiago Motta dopo l'esonero: "Deluso perché non è andata come speravo"

Thiago Motta
Thiago Motta GIUSEPPE MAFFIA/NurPhoto/NurPhoto via AFP
Il tecnico italo-brasiliano si toglie qualche sassolino dalla scarpa al Corriere della Sera: "Non sono d’accordo quando sento parlare di fallimento, chi dice che avevo lo spogliatoio contro è un bugiardo".

A pochi giorni dall'esonero, Thiago Motta ha rilasciato una lunga intervista a Walter Veltroni sul Corriere della Sera in cui parla ovviamente di Juventus.

"Per me è difficile fare già un’analisi di ciò che è successo - esordisce il tecnico. Sono deluso perché non è andata come speravo, soprattutto in Coppa Italia e Champions. Ma non sono d’accordo quando sento parlare di fallimento: il nostro lavoro è stato interrotto quando eravamo a un punto dal quarto posto in classifica che era ad inizio stagione l’obiettivo prioritario. Quando ho accettato questo lavoro, sapevo che sarebbe stato un progetto triennale, fondato su una rivoluzione della squadra. So benissimo che, in squadre del livello della Juve, bisogna vincere".

Per Motta non è stata una stagione da buttare: "Ho sempre analizzato quello che si è fatto male, ma anche dopo una vittoria penso che si possa cambiare qualcosa. Non è che quando si vince tutto perfetto. Tante cose le rifarei tante cose le cambierei. Ad esempio, nelle ultime due partite abbiamo giocato male e quindi cambierei le mie scelte. Non accetto però che si butti via tutto il lavoro. Eravamo una squadra tutta nuova, falcidiata degli infortuni che stava per raggiungere l’obiettivo prefissato".

L'ultima partita in sella
L'ultima partita in sellaOpta by Stats Perform

Lo spogliatoio contro

Sulle presunte frizioni con lo spogliatoio: "Queste sono cose che mi danno fastidio. Possono criticarmi come allenatore, ma chi dice che avevo lo spogliatoio contro è un bugiardo. Sono cose inaccettabili. Mai nessuno con cui ho lavorato ha detto pubblicamente di avere avuto problemi con me. Avevo un buon rapporto con tutti dal punto di vista professionale e umano, basato sul rispetto e la chiarezza. Poi è normale che chi gioca meno possa essere meno contento, ma ma credo di aver dimostrato che chi non gioca oggi può farlo in seguito. In questo periodo ho dovuto ascoltare non critiche tecniche ma attacchi personali. Giudicatemi come allenatore, criticate le mie scelte sul campo, però non accetto gli attacchi personali fondati su maledicenze".

E sul rapporto con Giuntoli: "Non ho mai avuto un litigio con il direttore. Lui non mi ha mai detto le frasi che si sono lette".

L'addio di Danilo, l'infortunio di Bremer e il rendimento di Koop

"Quando è stato con noi, è sempre stato il nostro capitano. Stavano emergendo giocatori come Savona, era una concorrenza importante che Danilo ha sempre accettato. Il nostro è stato un rapporto normale tra un giocatore e un allenatore. Poi è finito. Va detto che l’obiettivo e il compito del club era anche quello di ringiovanire la rosa".

Bremer ko è stato un gravo colpo: "È chiaro che tutti i giocatori sono importanti, però Bremer per questa squadra è fondamentale in tutti i sensi. Con lui in campo abbiamo fatto sei clean sheet. Gleison è un giocatore importantissimo ed è chiaro che senza di lui tutto è stato molto più difficile".

Le parole su Bremer
Le parole su BremerAlberto Gandolfo/NurPhoto/AFP

"Koopmeiners è stato caricato fin da subito di troppe attese. Il costo del suo acquisto ha caricato le aspettative. Ma sono sicuro che saprà fare sempre meglio perché è un giocatore di alto livello. Se mi aspettavo parole di riconoscenza da lui? I social alterano molto la realtà: oggi tutto quello che non si dice pubblicamente se non esiste. Io ho ricevuto molti messaggi da parte di calciatori in privato, messaggi di riconoscenza per quello che abbiamo fatto insieme. Sono stati molti, non solo Koop".

Poi prosegue: "Vlahovic? Lui ha un ragazzo intelligente, capace di discutere e condividere le scelte. Avevamo un buon rapporto, ma è normale che pesi il fatto di scendere in campo o meno. Quando non giocava non era felice ma ha avuto sempre rispetto per le mie scelte, ha continuato a lavorare e quando è entrata in campo ha fatto il suo, dando il massimo cercando di aiutare la squadra”.