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Wimbledon, pioggia di critiche sul nuovo sistema di chiamate automatico: Raducanu e Draper delusi

Emma Raducanu è stata battuta da Aryna Sabalenka a Wimbledon
Emma Raducanu è stata battuta da Aryna Sabalenka a WimbledonDan Istitene / GETTY IMAGES EUROPE / Getty Images via AFP
A Wimbledon, per la prima volta, tutte le chiamate di linea sono affidate a un sistema automatizzato, senza giudici né possibilità di challenge. Ma la novità ha suscitato critiche: Raducanu, Draper e persino Alcaraz hanno espresso dubbi sull'affidabilità del sistema.

Per la prima volta nella storia di Wimbledon, quest'anno il torneo si gioca senza giudici di linea: tutte le chiamate sono affidate a un sistema completamente automatizzato, eliminando anche la possibilità di chiedere il challenge.

Ma la tecnologia non ha convinto tutti. Durante il terzo turno contro Aryna Sabalenka, Emma Raducanu ha protestato con l’arbitro per una prima di servizio della numero uno del mondo, giudicata dentro dal sistema ma che, secondo i replay e la britannica, sembrava chiaramente fuori.

L’episodio è avvenuto sul 2-4, 15-0 del primo set, in un momento chiave dell’incontro. Sabalenka, favorita dalla chiamata, ha tenuto il servizio e da lì ha cominciato la rimonta dopo un avvio difficile.

Raducanu ha poi perso il match 7-6(6), 6-4, e in conferenza stampa non ha nascosto la propria frustrazione:

È un po' deludente, in un torneo come questo, che le chiamate siano così sbagliate, ma per la maggior parte sono state corrette".

"Anche nelle altre partite ne ho avute alcune molto sbagliate. Speriamo che riescano a sistemare le cose".

Emma Raducanu non è stata l’unica a esprimere perplessità sul nuovo sistema elettronico adottato a Wimbledon. Anche Jack Draper, attuale numero uno britannico, ha criticato la tecnologia dopo la sua eliminazione al secondo turno contro Marin Cilic.

Draper ha parlato di “diverse chiamate sbagliate” durante il match, sottolineando come l’assenza dei giudici di linea e la mancanza della possibilità di challenge possano influire negativamente sullo svolgimento delle partite, soprattutto nei momenti chiave.

"Non credo che sia precisa al 100%, in tutta onestà", ha detto Draper. "Un paio di quelli di oggi mostravano un segno sul campo. Non c'è modo di vedere il gesso".

Anche il campione maschile in carica Carlos Alcaraz ha espresso la sua incertezza sul sistema, dicendo all'arbitro durante la sua vittoria su Jan-Lennard Struff: "Non ne sono sicuro. Avrei chiesto una sfida. Non sono sicuro di alcune chiamate".

Di fronte alle critiche mosse da giocatori come Emma Raducanu e Jack Draper sul nuovo sistema automatizzato delle chiamate, il direttore del torneo di Wimbledon, Jamie Baker, è intervenuto venerdì in conferenza stampa per difendere la scelta.

Baker ha ricordato come la tecnologia sia ormai una prassi consolidata nel circuito: “Il concetto di chiamata in diretta è diventato lo standard in tutto il tour. Due degli altri tornei del Grande Slam lo utilizzano da quattro o cinque anni”, ha spiegato.

Secondo il dirigente, il sistema è ormai sinonimo di precisione: “L'accuratezza, l'affidabilità e la solidità del processo, in termini di arbitraggio, sono pienamente all’altezza delle esigenze del tennis professionistico”.