Con l'indimenticabile finale del Roland Garros di giugno ancora negli occhi - vinta da Carlos Alcaraz in cinque set dopo una rimonta da due parziali di svantaggio - la sfida tra lo spagnolo e Jannik Sinner si conferma come una delle rivalità destinate a segnare un’era del tennis mondiale.
Domenica, i due giovani fenomeni si ritroveranno l’uno di fronte all’altro per la 13ª volta in carriera, stavolta sul prestigioso palcoscenico della finale di Wimbledon. Un confronto che, nonostante la loro giovane età (22 anni per Alcaraz, quasi 24 per Sinner), richiama già le epiche rivalità del passato tra Rafa Nadal, Roger Federer e Novak Djokovic o quelle più lontane dei leggendari Bjorn Borg e John McEnroe.
"Spero che potremo regalarci tante sfide nei prossimi cinque o dieci anni, così da costruire una rivalità come la loro", ha dichiarato Alcaraz dopo aver conquistato l’accesso all’ultimo atto del torneo.
Numeri alla mano, il murciano parte con un piccolo vantaggio: conduce 8-4 nei confronti diretti contro l’azzurro, che cercherà a Londra il riscatto e la definitiva consacrazione.

Vantaggio psicologico per Alcaraz
Inoltre, Carlos Alcaraz arriva alla finale con l’esperienza e la consapevolezza di chi ha già trionfato due volte sui prati di Wimbledon, mentre per Jannik Sinner si tratta del primo atto conclusivo sull’erba londinese, dopo la delusione patita a Parigi contro lo spagnolo.
"Jannik impara da ogni sconfitta, è un grande campione. Domenica sarà pronto fisicamente e mentalmente, darà il massimo. Non credo di avere un vantaggio mentale dopo il Roland Garros", ha dichiarato Alcaraz, cercando di allentare la pressione.
Lo spagnolo ha affrontato qualche difficoltà solo all’esordio contro Fabio Fognini, portato al quinto set, ma ha poi gestito con sicurezza i turni successivi.
Sinner, invece, ha iniziato il torneo in scioltezza con tre vittorie nette, ma ha dovuto sudare contro Grigor Dimitrov: sotto di due set, si è salvato grazie al ritiro per infortunio del bulgaro. Un segnale di allerta, anche per via di un fastidio al gomito destro che lo ha costretto a giocare con una vistosa fasciatura.
Il recupero di Sinner
Dopo il brivido contro Dimitrov, Sinner ha ritrovato la sua versione extraterrestre: ha liquidato in tre set l’americano Ben Shelton e, soprattutto, ha eliminato Novak Djokovic, strappandogli il sogno dell’ottavo trionfo a Wimbledon
"Credo di dare un leggero vantaggio a Carlos (nella finale), perché ha vinto due titoli a Londra e per il suo attuale livello di gioco e di fiducia", ha riconosciuto Djokovic dopo la sconfitta.
Nel nuovo “classico” del tennis mondiale, Alcaraz vanta un perfetto record di cinque finali Slam disputate e vinte (due Wimbledon, due Roland Garros, uno US Open). Gli manca solo l’Australian Open, conquistato invece due volte da Sinner.
L’azzurro ha vinto tre Major in carriera: due Australian Open e uno US Open. L’unica finale persa, proprio quella recente del Roland Garros, contro lo spagnolo. I due si sono spartiti gli ultimi sei Slam, tre a testa. Domenica, a Wimbledon, uno dei due alzerà il settimo.
"Non si può paragonare quello che i Tre Grandi (Nadal, Federer, Djokovic) hanno fatto per oltre 15 anni. Sei Slam sono solo un anno e mezzo. Non è ancora lo stesso livello", ha dichiarato un Sinner lucido e ambizioso dopo la qualificazione in finale.