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Alcaraz rilancia la sfida: "Con Sinner rivalità speciale, il mio obiettivo è il numero 1"

I nuovi dominatori del tennis mondiale
I nuovi dominatori del tennis mondialeDAISUKE URAKAMI / Yomiuri / The Yomiuri Shimbun via AFP
Il tennista spagnolo racconta le sue ambizioni per la seconda parte del 2025: vuole riprendersi il primo posto del ranking e continua a crescere grazie al duello con il numero uno al mondo azzurro: “Ci rispettiamo e ci miglioriamo a vicenda, è una rivalità che fa bene al tennis”.

Carlos Alcaraz punta a tornare numero 1 al mondo, ma senza calcoli o ossessioni. Dopo la delusione di Wimbledon ha ritrovato, come scrive la Gazzetta dello Sport, il sorriso a Madrid durante la presentazione del suo nuovo sponsor che si aggiunge a un portafoglio già ricco e lo conferma, insieme a Sinner, tra i volti più ambiti del tennis globale.

Reduce da giorni di relax a Murcia tra mare, famiglia e serate spensierate, è pronto a ripartire: salterà Toronto, il duello con Sinner riprenderà a Cincinnati.

Pronto a riprendersi il numero 1, con meno punti da difendere rispetto a Sinner?

"Sì, sono pronto. L’anno scorso, dopo le Olimpiadi, ho fatto fatica a esprimermi e non ho realizzato grandi risultati. Quindi, d’ora in poi non avrò tanti punti da difendere fino alla fine della stagione. Darò il massimo nei prossimi tornei per conquistare il maggior bottino possibile. So che a Sinner non importa se avrà tanti punti da difendere, lui è un gran lottatore che gioca sempre per vincere e non si fa condizionare da questo. Ma io sono pronto per la sfida, in questo momento il mio primo obiettivo è riprendermi la prima posizione del ranking. Ora mi sto preparando per i tornei americani, in modo da arrivare al massimo della forma per gli Us Open".

Quanto conta la rivalità con Sinner per il tennis post Big Three?

"È una grande cosa per il nostro sport, perché invoglia le persone a guardare il tennis e a praticarlo. Le nostre sfide, come le ultime al Roland Garros e a Wimbledon, sono sempre molto attese. Più partite giocheremo contro e più persone coinvolgeremo in questo sport. Anche perché ogni volta che ci affrontiamo ci spingiamo entrambi oltre i nostri limiti".

Resterete amici, nonostante la rivalità?

"Il tennis è uno sport particolare che permette di essere grandi rivali in campo e, allo stesso tempo, di rispettarsi. Io e Sinner siamo buoni amici, possiamo parlare di tante cose fuori dal campo. Io ho grande rispetto per lui, è una bella persona, sono sicuro che riusciremo sempre a mantenere questo rapporto".

Che voto dà alla sua stagione fin qui?

"Devo dire che la stagione è andata davvero bene. Ho fatto grandi cose, ho raggiunto molti degli obiettivi che mi ero posto all’inizio dell’anno, quindi sono felice di tutto quello che ho fatto in campo finora e spero di continuare così per il resto dell’anno".

Il Roland Garros è stato il momento più alto?

"Spesso ci penso e ancora non so come sia riuscito a ribaltare quella partita. La verità è che nello sport, ma non soltanto nello sport, devi continuare a crederci, a crederci fino in fondo. Il tennis è una strada lunga e impegnativa, e sei completamente solo con i tuoi pensieri. Quindi la chiave, nella finale del Roland Garros contro Jannik, è stata quella: pensare di poter vincere la partita, anche nei momenti più difficili, senza lasciarsi abbattere".

E dopo Wimbledon, che sensazioni ha avuto?

"È quello che pensavo realmente in quel momento. Jannik è stato straordinario. Io ho dato quello che potevo, e comunque sono contento del percorso fatto".

Il divertimento come chiave per affrontare la pressione: funziona?

"Per me è così. Dipende tutto dall’approccio mentale. Per me si tratta solo di giocare a tennis, quindi non penso ad altro. Ogni volta che devo affrontare una partita, mi ricordo semplicemente che questo è il mio sogno ed è ciò che ho sempre voluto fare fin da quando ero bambino. È il modo più semplice per gestire tutta la pressione. Mi concentro solo sul gioco, e questo basta".

La mental coach l’aiuta ancora?

"Sì, ce l’ho, da circa cinque anni ormai, e mi aiuta molto. Sento davvero la differenza rispetto al passato. Perché a volte mi vengono pensieri negativi, ma lei mi aiuta a gestirli. Mi ha dato dei consigli su come affrontare lo stress della partita, e la situazione è migliorata molto. Come ho detto, è tutto nella testa. Ma non è solo una questione mentale: dipende anche dalla partita, da come la affronti, da tutto".

Come gestisce le critiche, soprattutto dopo Wimbledon?

"Cerco di non pensarci troppo, perché c’è stato un periodo in cui mi lasciavo davvero influenzare dalle critiche, e quello è stato un momento molto difficile. Quindi adesso cerco di non dare troppo peso a certe parole che vengono dette. In questi anni, poi, ho capito che conta ogni piccolo passo e che si può trarre insegnamento anche dalle sconfitte. Non è necessario essere fenomeni ogni giorno, l’importante è essere costanti e sforzarsi di migliorare. Sempre".