Al Foro Italico, domenica pomeriggio non andrà in scena una semplice finale: sarà l’ennesimo capitolo - il più teso, forse il più vero - di una rivalità ormai scoperta, che ha abbandonato ogni parvenza di amicizia per lasciare spazio alla nuda verità dello sport. Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, i due volti nuovi del tennis mondiale, tornano a sfidarsi, questa volta sotto il cielo di Roma.
L’aria è cambiata. Finita l’epoca dei complimenti reciproci dal sapore quasi fraterno. “Capisco che sia deluso da chi non si è fatto vivo. Lo rispetto, ma non posso essere amico di chi voglio battere”, ha dichiarato Alcaraz senza filtri, inchiodando pubblicamente la fine di una narrativa che, per mesi, ha accarezzato il pubblico.
Il retroscena che scalda la vigilia va oltre i numeri. Nei lunghi tre mesi segnati dallo stop forzato per il caso Clostebol, Sinner si è sentito lasciato solo, tradito - o quanto meno ignorato - da chi credeva amico.
“Se mi sono sentito con Sinner nei tre mesi fuori? No. Alla fine ognuno di noi guarda a se stesso. Non ho parlato con lui durante la squalifica”, ha spiegato Alcaraz alla stampa spagnola.
E ancora, con lucidità glaciale: “Ci saranno persone che scrivono o vogliono essere dietro di lui. Non ho parlato con Sinner ma siamo in un circuito: possiamo andare d'accordo, bene o male".

"È complicato quando lotti per quei posti, quando sei testa a testa - ha spiegato - Ma ho un grande rispetto per lui, per quello che ha fatto dopo tre mesi e sono molto felice del suo ritorno”.
Alcaraz ha voglia di sgambettare il padrone di casa, rompere l’incantesimo di un Sinner in stato di grazia. Jannik, invece, ha l’occasione di prendersi una rivincita personale, e non solo sportiva. Domani, il Foro sarà un’arena. E gli ex “amici” si ritroveranno di fronte per ciò che sono diventati davvero: i volti opposti della nuova era del tennis.