Atp, pronostici per la stagione 2026: dall'eterna sfida Sinner-Alcaraz alle possibili sorprese

I dominatori del 2025
I dominatori del 2025MIGUEL REIS / NURPHOTO / NURPHOTO VIA AFP

Dal duopolio Sinner-Alcaraz agli outsider pronti al colpo grosso, passando per giovani in rampa di lancio, possibili exploit azzurri e campioni affermati chiamati a reinventarsi per restare al vertice

Chi vincerà più Slam ATP

Dopo un 2025 dominato senza appello da Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, è difficile immaginare uno scenario diverso. I due si sono spartiti i quattro Slam (due a testa), con Sinner presente in tutte le finali stagionali e Alcaraz capace di mancare solo quella dell’Australian Open. A completare il quadro, la finale delle ATP Finals di Torino, ulteriore certificazione di un duopolio tecnico, mentale e fisico.

Anche nel 2026 tutto porta verso una nuova divisione dei Major, ma il dettaglio decisivo potrebbe essere la capacità di uno dei due di fare un ulteriore salto. Finora, ogni tentativo di fuga è stato immediatamente riassorbito dall’altro Slam successivo: un equilibrio che potrebbe spezzarsi solo davanti a un’evoluzione strutturale del gioco.

Chi potrebbe fare il salto più alto in classifica ATP

Tre profili emergono con forza. Nicolai Budkov Kjaer, 19 anni, norvegese, campione junior di Wimbledon 2024, ha vinto quattro Challenger passando da fuori Top 300 al numero 136: completezza tecnica e solidità mentale fanno pensare a un ingresso rapido in Top 50.

Justin Engel, 18 anni e numero 187, è il più giovane vincitore Challenger della stagione, con un tennis aggressivo e già strutturato per il circuito maggiore.

Infine Eliot Spizzirri (23 anni e numero 90 al mondo), capace di scalare oltre 600 posizioni in dieci mesi, ha già dimostrato di reggere il ritmo ATP. Tutti e tre rappresentano il volto di un ricambio che potrebbe far notare i propri effetti già dal prossimo anno.

La sorpresa dell’anno: chi può vincere il primo Slam ATP

Il 2026 potrebbe finalmente consegnare un nuovo campione Slam. L’Australian Open sembra un terreno più fertile per Ben Shelton o Alexander Zverev, mentre al Roland Garros i nomi caldi restano Lorenzo Musetti, Holger Rune e ancora Zverev.

A Wimbledon attenzione a Taylor Fritz e Jack Draper, entrambi sempre più a loro agio sull’erba, mentre allo US Open il ventaglio si allarga includendo Auger-Aliassime.

Il comune denominatore è la maturità: molti di questi giocatori sono pronti tecnicamente, ma il vero salto in avanti dipenderà dalla gestione delle settimane decisive e, naturalmente, dalla possibile apertura di breccia nel duopolio Sinner-Alcaraz.

L’italiano che può sorprendere negli Slam ATP

Il nome da cerchiare in rosso è quello di Flavio Cobolli. La Coppa Davis vinta a Bologna lo ha consacrato come uomo-squadra e leader emotivo, trascinando l’Italia verso la terza "insalatiera" consecutiva con personalità e qualità da top player.

Ma il segnale più forte arriva dal contesto extra-campo: l’amicizia e il lavoro costante con Carlos Alcaraz, culminati negli allenamenti a Murcia di questi giorni, rappresentano un acceleratore enorme in termini di ambizione e standard.

Cobolli ha mostrato un tennis sempre più aggressivo, una tenuta mentale cresciuta e la sensazione di poter reggere i grandi palcoscenici. Se il 2026 sarà l’anno della continuità, uno Slam con il suo nome in semifinale potrebbe non essere più un’utopia.

Chi rischia il calo più evidente in classifica ATP

Prevedere un crollo nel ranking è sempre complesso, ma il 2025 ha insegnato che anche i big non sono immuni, come dimostra il caso Stefanos Tsitsipas, precipitato dall'undicesima alla 34ª posizione. Guardando al 2026, i due nomi più esposti potrebbero essere Alexander Zverev e Novak Djokovic (attualmente numero 3 e 4), per motivi diversi.

Il tedesco continua a pagare un evidente gap mentale - oltre che tecnico, naturalmente - rispetto a Sinner e Alcaraz: se l’inseguimento dovesse trasformarsi in frustrazione, il rischio di perdere terreno è concreto.

Djokovic, invece, potrebbe scegliere una gestione selettiva del calendario, concentrandosi su pochi tornei chiave per magari vincere l'ultimo Grande Slam della sua eccezionale carriera. Una strategia, quindi, che può portare trofei pesanti, ma anche un inevitabile arretramento in classifica.