Jannik Sinner, campione in carica del Masters 1000 di Cincinnati, torna sul cemento dell’Ohio per difendere il titolo, dopo una vittoria in due set contro il canadese Gabriel Diallo. Ad attenderlo agli ottavi c’è Adrian Mannarino, 37 anni, numero 89 del ranking ma con un passato da top 20 e un pedigree capace di sorprendere chiunque, come dimostrato dall’eliminazione in due set di Tommy Paul, numero 16 ATP.
Sul P&G Center Court, il match tra Sinner e Mannarino sarà la terza portata di un menù tennistico che si apre alle 17 italiane con Tiafoe-Rune e il recupero tra Linette e Pegula. Tradotto: l’azzurro non vedrà la luce del campo prima delle 19:00, forse anche più tardi.
Tempo per rifinire i dettagli, ricalibrare le sensazioni e, magari, ripassare mentalmente i precedenti: tre sfide, tre vittorie dell'azzurro, l’unico set concesso al francese in un Canada Open del 2022 ribaltato con freddezza.

Questa volta non è solo tennis
Quella di stasera non sarà una partita qualsiasi per Jannik Sinner. Sul cemento di Cincinnati, il numero uno del mondo non troverà dall’altra parte della rete soltanto un avversario esperto come Adrian Mannarino, ma uno dei suoi critici. Un “hater” in piena regola, che negli ultimi mesi non ha perso occasione per mettere in discussione la sua integrità.
C’è infatti una trama parallela che rende questa sfida più carica di tensione del solito. Mannarino non ha mai nascosto il suo scetticismo sul caso Clostebol che ha visto coinvolto Sinner, chiuso con tre mesi di sospensione dopo un accordo con la WADA. “Non credo più a Babbo Natale”, ha liquidato il francese ai microfoni di RMC, estendendo il dubbio anche a Iga Swiatek.
Poi l’affondo: “Ci sono stati due test positivi sui 300 migliori al mondo e sono entrambi i numeri uno. Inavvertitamente, puoi prendere la pillola sbagliata o la vitamina sbagliata, ma è sorprendente”.
Le frecce non si sono fermate lì. “Le federazioni hanno fatto di tutto per dipingerli come atleti puliti, quasi vittime. Io mi sveglio e zoppico. Se devo affrontare ragazzi di vent’anni che non sono puliti, diventa complicato. Spero per loro che lo siano davvero”.
Sinner, fedele al suo stile, non ha replicato. Nessun botta e risposta, nessuna difesa pubblica. La risposta arriverà sul campo. Per Mannarino, che ha scelto di parlare tanto prima, il rischio è di trovarsi davanti un Sinner con una motivazione supplementare: quella di far parlare solo il punteggio.