La FIFA si appresta ad avviare un’indagine formale sulle attività interne della Football Association of Malaysia (FAM) dopo aver sospeso sette giocatori naturalizzati della nazionale, accusati di aver utilizzato documenti falsificati.
Gli atleti sono stati squalificati per 12 mesi in seguito alla verifica da parte della federazione internazionale dell’impiego di certificazioni irregolari, che ne avevano consentito la partecipazione alla gara di qualificazione alla Coppa d’Asia tra Malesia e Vietnam.
Tutti e sette i giocatori erano scesi in campo nella vittoria per 4-0 della Malesia sul Vietnam, disputata lo scorso giugno nel terzo turno delle qualificazioni alla Coppa d’Asia 2027.
“Il Comitato (d’Appello FIFA) ordina alla Segreteria di adottare misure immediate per avviare un’indagine formale sulle operazioni interne della FAM,” ha dichiarato la FIFA.
“Questa indagine dovrà individuare i responsabili della falsificazione dei documenti, valutare l’adeguatezza ed efficacia dei meccanismi interni di conformità e governance della FAM, e stabilire se siano necessarie ulteriori sanzioni disciplinari nei confronti dei dirigenti della FAM.”
Le conclusioni della FIFA hanno acceso un vero terremoto mediatico e istituzionale, con tifosi e parlamentari che invocano misure drastiche non solo contro la Federazione malese, ma anche nei confronti del dipartimento nazionale di registrazione e del ministero dell’Interno, accusati di gravi negligenze.
Nel tentativo di arginare la crisi, lo scorso mese la FAM ha sospeso il proprio segretario generale e istituito una commissione indipendente incaricata di fare luce sulla vicenda. Ma le conseguenze restano pesanti: la FIFA ha imposto alla federazione malese una multa di 350.000 franchi svizzeri (circa 439.000 dollari) e, in aggiunta, ha respinto i ricorsi presentati questo mese, confermando la linea dura e lasciando la FAM in una posizione sempre più delicata.
Il rapporto ha evidenziato come Facundo Garces, Gabriel Arrocha, Rodrigo Holgado, Imanol Machuca, Joao Figueiredo, Jon Irazabal e Hector Hevel – tutti nati fuori dalla Malesia – hanno ottenuto la cittadinanza malese tramite un iter gestito direttamente dalla FAM.
Secondo le dichiarazioni dei giocatori, la loro idoneità derivava dal fatto che i nonni fossero nati in Malesia. Tuttavia, la FIFA ha rintracciato certificati di nascita ufficiali che mostravano discrepanze significative rispetto ai documenti presentati dalla federazione malese, mettendo in dubbio la veridicità della discendenza e aprendo la strada alle sanzioni già comminate.
“Durante l’udienza, i giocatori hanno ammesso di non aver letto nessuno dei documenti presentati al governo malese, compresa la parte relativa alla dichiarazione di aver vissuto per 10 anni in Malesia,” ha spiegato la FIFA.
“I giocatori hanno raccontato che, dopo la presentazione dei documenti, la FAM ha gestito tutte le procedure burocratiche necessarie per la loro naturalizzazione.”
La FIFA ha descritto come un giocatore, Arrocha, abbia dichiarato: “Mio nonno è nato in Venezuela e mia nonna in Spagna... cioè, volevo dire Malesia, scusate,” mostrando confusione sulle discrepanze nei certificati di nascita.
La FIFA ha inoltre incaricato la Segreteria di informare le autorità giudiziarie di Brasile, Argentina, Paesi Bassi, Spagna e Malesia.
“È fondamentale che le autorità competenti siano informate affinché possano essere avviate le indagini e i procedimenti penali necessari,” ha aggiunto la FIFA.
