Estate 1970, l'Italia è vicecampione del mondo dopo aver fatto sognare una nazione intera battendo la Germania in un'indimenticabile semifinale. Poi però il Brasile di Pelé, Rivelino e Jairzinho si era rivelato troppo forte per gli azzurri con Rivera in campo soltanto negli ultimi sei minuti.
Ma l'estate di quell'anno fu anche, calcisticamente parlando, caratterizzata dal tormentone di mercato, con tanto di scene di protesta dei tifosi giallorossi, che alla fine portò alla Juventus Capello, Spinosi e Landini II. A consolare i tifosi romanisti non bastarono gli arrivi, dalla Signora, di Zigoni, Del Sol e Bobo Vieri.
I grandi tormentoni estivi: da Riva a Virdis fino a Baggio
Come dire, l'affaire Lookman-Atalanta-Inter fa scalpore, ma è un classico delle sessioni estive del calciomercato. Da quell'epoca in poi, infatti, quanti 'tormentoni' di mercato, ovvero trattative complicate, con rotture, ribellioni, chiusure a un passo che poi svaniscono, ritorni; a partire da quello, che si ripeteva ogni anno, della Juventus che voleva Gigi Riva e provava ad acquistarlo, ma lui non ne voleva sapere di lasciare il Cagliari e l'amatissima Sardegna.
Avrebbe voluto fare la stessa cosa, qualche anno dopo, Pietro Paolo Virdis protagonista del calciomercato del 1977 che alla fine dovette capitolare e, a malincuore, disse sì a Boniperti e alla Juventus.
Una trama che poi si sarebbe ripetuta con Roberto Baggio, che dopo una storia di intrighi, colloqui riservati e altro, la Juve strappò al popolo viola e alla Fiorentina. Quello del Codino, come per Virdis, fu il caso di un calciatore che faceva le bizze per non trasferirsi; il contrario di quanto accade oggi nel caso di Lookman diviso tra Atalanta e Inter, o come successe l'anno scorso con Koopmeiners alla Juventus.
E poi ancora Emerson, Signori, Maradona, Ronaldo, Messi, Osimhen
Sempre la Juve si mise di mezzo fra Emerson e la Roma. Alla fine il brasiliano, che pur di non allenarsi più a Trigoria mandava certificati attestanti una sua presunta depressione, si vestì di bianconero e da allora nella Capitale viene etichettato come traditore.
Fu un tormentone la storia di Beppe Signori al Parma, conclusasi con una cessione che poi Sergio Cragnotti si dovette 'rimangiare' per la rivolta della piazza.
Invece per scongiurare il passaggio di Paulo Roberto Falcao dalla Roma all'Inter dovette intervenire il mondo della politica - si favoleggia di una telefonata di Andreotti a Ivanoe Fraizzoli, presidente Inter - e Cristoforo Colombo, procuratore del 'Divino', dovette fare marcia indietro.
Anche Diego Armando Maradona fece le bizze: nell'estate del 1989 voleva a ogni costo trasferirsi all'Olympique Marsiglia del discusso uomo d'affari Bernard Tapie, forte anche di una mezza promessa fattagli dal presidente Ferlaino dopo la conquista della Coppa UEFA.
Ma dopo un braccio di ferro tra le parti che fece epoca, el 'Pibe de oro' dovette rimanere e con il Napoli vinse il secondo scudetto l'anno dopo, prima di litigare di nuovo, farsi squalificare per doping (in realtà cocaina) e poi finire al Siviglia.
Un altro fuoriclasse che fece di tutto per farsi cedere, nel suo caso riuscendoci, fu Ronaldo Fenomeno quando nel 2002, dopo aver vinto il Mondiale, costrinse l'Inter a venderlo al Real Madrid dei Galattici.
I casi più recenti
Di tormentoni di mercato è stato esperto anche il Paris Saint-Germain che approfittando dei problemi tra Leo Messi e il Barcellona riuscì a portare la Pulce a Parigi (dove però non era felice) per un paio di stagioni. Adesso la storia rischia di ripetersi con Donnarumma.
E ancora, ecco Osimhen, il cui tormentato rapporto con il Napoli è appena finito con la cessione definitiva al Galatasaray, e Vlahovic che pur di lasciare la Juve e non rinunciare a un ingaggio di 12 milioni all'anno è disposto a trascorrere un anno in panchina. Rinnovando un classico tutto agostano.