ROMA - "Ho preso delle belle sveglie in passato, ora sono qua e mi sto rifacendo". Lorenzo Musetti sta vivendo un'annata splendida, consacrata dall'entrata nella top ten Atp, e in conferenza stampa al Campo Centrale del Foro Italico non nasconde i suoi obiettivi: "Devo avere l'obiettivo di vincere su qualsiasi superficie, sarebbe da stupidi non pensarlo. Poi, è sempre diventato più difficile, e si può perdere anche nei primi turni, oppure in finale".
"Ho fatto un salto di qualità a livello di continuità, specialmente nei risultati perché ho sempre avuto picchi alti ma anche bassi. - continua Lorenzo -. Dall'anno scorso ho cambiato marcia, i risultati sono stati più continui e ho raggiunto il mio best ranking. Questo è il mio quinto anno nel tour, sono un giovane non più giovane, ci sono tanti italiani e non che hanno il livello per entrare nel circuito e starci stabilmente. Vivo questo momento con molta gioia e orgoglio, essere un esempio e ammirato da tanti bambini che inseguono il sogno di diventare campioni mi fa molto piacere"
Il tennista di Carrara torna all'Open di Madrid, dove ha perso in semifinale contro Draper: "È stata una partita in cui nel primo set mi sentivo padrone del gioco e se fossi andato al terzo il match poteva avere un altro esito". Prestazioni sempre più di livello su questa superficie, la sua preferita: "La terra è la superficie in cui riesco a esprimere il mio bagaglio tecnico al meglio, la superficie in cui mi sento più a mio agio. Al momento sto esprimendo il mio miglior tennis, ora sono a Roma per confermarlo".

Rispondendo alla domanda su quel qualcosa che mentalmente ha fatto scattare la molla, permettendogli di acquisire più consapevolezza, Musetti cita i Challenger: "Lo scorso anno non era partito al meglio e ho voluto giocare due Challenger per "sporcarmi" un po’ le mani, questo "punirmi", abbassare il livello, mi ha fatto crescere. Ho perso al Roland Garros con Nole, poi ho giocato un’ottima stagione sull’erba che mi ha permesso di migliorare e arrivare alle Olimpiadi. Il finale di stagione invece non è stato granché ma perché sono arrivato bollito. Però il fatto di "sporcarmi le mani" mi ha permesso di ingranare un’altra marcia".