Altri

Tour, domani c'è il Ventoux: Pogacar vuole fare come Pantani nel 2000 e ipotecare la vittoria

Tadej Pogacar
Tadej Pogacar LOIC VENANCE / AFP
Il Pirata vinse lì nel 2000, mentre Poulidor nel 1965: e il nipote van der Poel lo celebra con una maglia replica uguale a quella indossata 60 anni fa.

Smaltito il giorno di riposo, il Tour de France 2025 comincerà domani la sua ultima settimana, in attesa che domenica prossima a Parigi, a meno di sconvolgimenti imprevedibili, Tadej Pogacar venga incoronato per la quarta volta come Re in maglia gialla.

Intanto domani c'è un impegno di quelli che fanno tremare i polsi perché la 16esima tappa con partenza da Montpellier prevede l'arrivo su quel Mont Ventoux, leggendaria montagna della Provenza raccontata già dal Petrarca e celebre anche per il suo paesaggio 'lunare' a quota 1.500 metri e oltre, fino ad arrivare ai 1.912 dell'osservatorio meteorologico.

Da Tommy Simpson a Marco Pantani

Lì, impossibile dimenticarlo, nel 1967 il britannico Tommy Simpson, due anni prima vincitore del campionato del mondo, cadde e perse la vita, stroncato dal caldo e dalla fatica e, si disse poi, da un mix di cognac (pare un solo sorso) e anfetamine.

Ma per gli italiani quei 15,7 chilometri di ascesa, a una pendenza media dell'8,8% e con salita classificata come 'Hors Categorie' significano soprattutto Marco Pantani , che nel 2000 vi colse una delle sue vittorie più belle, un anno dopo essere stato escluso dal Giro d'Italia a Madonna di Campiglio.

Pogacar malconcio causa "troppo gelato"

Venticinque anni dopo tocca a Pogacar "felicissimo che sia arrivato il giorno di riposo, perché non vedevo l'ora". "Certo, ora ci sarà il Ventoux - le parole dello sloveno - e io in questo momento ho un po' di mal di gola e il naso chiuso. E mi sembra che anche metà del gruppo se ne stia lamentando da qualche giorno. Troppa aria condizionata. E troppo gelato mangiato. Anche questo può far venire male alla gola", dice per sdrammatizzare.

"È chiaro che voglio tenere la maglia gialla e portarla a Parigi. Sarà dura, ma sono pronto a lottare per tenerla fino ai Campi Elisi", aggiunge.

Ma non teme gli attacchi di Jonas Vingegaard? "Lui sembrava in forma sul Superbagnères, ma io non vedo l'ora di lottare per i miei obiettivi. Vincere altre tappe? Non ne ho di specifiche che voglio vincere, per me quello che conta è la maglia gialla".

60 anni dal successo di Poulidor

Difficile dargli torto, e probabile vederlo ancora in prima fila, pronto a seminare gli avversari e compiere un'altra impresa, lui che in terra di Francia rispetto agli altri sembra di un'altra dimensione. Ma il Ventoux significa moltissimo anche per i francesi e quest'anno ricorre il 60esimo anniversario della vittoria in cima al 'Gigante della Provenza' di Raymond Poulidor, nonno di quel Mathieu Van der Poel per il quale è stato fonte d'ispirazione e tanto altro.

Così la squadra del vincitore di Milano-Sanremo e Roubaix, la Alpecin, per domani ha preparato una maglia che è l'esatta replica di quella indossata da 'Poupou' nel 1965, scritta dello sponsor a parte.

Vdp e i suoi compagni la indosseranno, poi verranno autografate e messe all'asta per fini benefici assieme agli esclusivi occhiali Oakley indossati durante la tappa e ai caschi incisi con il nome e la firma del ciclista.

Un bel modo per ricordare un'altra leggenda del ciclismo, seppur particolare perché nell'immaginario collettivo Poulidor rimarrà sempre l'eterno secondo e forse anche per questo era così amato.