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La Wada fa chiarezza: "Il caso di Sinner era lontano un milione di miglia dal doping"

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Jannik Sinner
Jannik SinnerTakuya Matsumoto / Yomiuri / The Yomiuri Shimbun via AFP
La Wada, World Anti-Doping Agency, attraverso il portavoce James Fitzgerald, ha motivato la riduzione della sanzione di Jannik Sinner in un'intervista a La Stampa, sottolineando l'unicità del caso e la limitata gravità della violazione. Allo stesso modo Ross Wenzel, General Counsel dell'Agenzia, ha respinto qualsiasi ipotesi di trattamento speciale riservato al numero 1 del mondo.

Dopo undici mesi di tormento e incessanti pressioni, Jannik Sinner ha finalmente messo la parola fine al controverso caso Clostebol, raggiungendo un accordo con la Wada che prevede una squalifica di tre mesi dalle competizioni. Il numero 1 del mondo, in un comunicato ufficiale, aveva spiegato così la sua decisione di patteggiare con l'Agenzia mondiale anti-doping, evitando così il ricorso al Tas, la corte arbitrale dello sport: "Questa vicenda mi tormentava e il processo sarebbe potuto durare ancora a lungo. Ho sempre accettato di essere responsabile del mio team".

A fare luce sui motivi dell'accordo è ora la stessa Wada, attraverso le dichiarazioni rilasciate da un suo portavoce, James Fitzgerald, in un'intervista a La Stampa: "Una delle funzioni principali dell'articolo 10.8.2 è garantire che i casi unici (come quello di Sinner) che non rientrano esattamente nel quadro sanzionatorio possano essere giudicati in modo appropriato ed equo, a condizione che tutte le parti e la Wada siano d’accordo".

"L’articolo consente un’ulteriore riduzione del periodo di sospensione in base al livello di gravità della specifica violazione, nonché al fatto che l’atleta abbia ammesso la violazione. La disposizione è stata utilizzata decine di volte, nelle migliaia di casi giudicati dall’entrata in vigore del Codice 2021".

La Wada, come spiegato dallo stesso Fitzgerald, aveva impugnato la sentenza dell'Itia - il Tribunale del Tennis -, che aveva già assolto Sinner "al fine di difendere l'importante principio secondo cui gli atleti sono effettivamente responsabili delle azioni del loro team, la Wada ha deciso di presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport". La Wada, pur avendo inizialmente richiesto al Tas una squalifica compresa tra i 12 e i 24 mesi, ha successivamente riesaminato il caso.

Il dietrofront della Wada

"I fatti di questo caso erano davvero unici - ha proseguito il portavoce Wada - e diversi da altri casi che riguardavano la somministrazione da parte del personale di supporto dell’atleta. In effetti, questo non era un caso di somministrazione diretta da parte dell’entourage dell’atleta, ma di assorbimento transdermico perché il massaggiatore dell’atleta (all’insaputa dell’atleta) aveva trattato un taglio sul dito con un prodotto contenente Clostebol. Attraverso la propria approfondita revisione del caso, la Wada ha verificato e concordato che lo scenario dell’atleta era scientificamente plausibile e ben documentato sui fatti".

"In effetti, lo scenario dell’atleta era stato precedentemente accettato dall’International Tennis Integrity Agency e dal tribunale indipendente che aveva deciso il caso in primo grado. Tenendo conto, in particolare, del livello di gravità della violazione, dati i fatti specifici, la Wada ha ritenuto che una sanzione di 12 mesi sarebbe stata eccessivamente severa".

Nessun trattamento speciale

"Il caso di Sinner era lontano un milione di miglia dal doping. Dalla documentazione scientifica che abbiamo ricevuto emergeva come questo non fosse un caso di doping intenzionale, nemmeno in micro-dosaggi".

Ad affermarlo é Ross Wenzel, General Counsel dell'Agenzia mondiale antidoping (Wada), come riporta la Bbc. Wenzel ha respinto qualsiasi ipotesi di trattamento speciale riservato al numero 1 del mondo e ha affermato che i termini della squalifica, che secondo alcuni avrà scarso effetto sulla classifica di Sinner, erano appropriati per il caso e non sono stati decisi tenendo conto del calendario.

La sospensione di Sinner è iniziata il 9 febbraio e durerà fino al 4 maggio, il che gli permetterà di giocare l'Open di Francia, il prossimo Grande Slam, che inizierà il 25 maggio. Wenzel ha aggiunto.

"La Wada ha ricevuto messaggi da coloro che ritengono che la sanzione sia stata troppo elevata. Se alcuni affermano che è ingiusta nei confronti dell'atleta e altri che non è sufficiente, forse significa che, sebbene non piacerà a tutti, magari è quella giusta. Quando esaminiamo questi casi, cerchiamo di analizzarli dal punto di vista tecnico e operativo, e non lo facciamo con la paura di ciò che diranno l'opinione pubblica, i politici o chiunque altro". 

"Le sanzioni che imponiamo sono cieche al calendario" ha aggiunto. La Wada ha introdotto la possibilità di un patteggiamento nel gennaio del 20121. Da allora, "ho controllato e posso sbagliarmi di uno e due casi - ha precisato Wnzel - ne ho contati 67".