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Caso Sinner, il direttore WADA apre a nuove norme: "Presto un tavolo di lavoro"

Jannik Sinner
Jannik SinnerMATT MCNULTY/GETTY IMAGES EUROPE/Getty Images via AFP
Quello che è successo di recente al tennista azzurro, o alla polacca Swiatek per fare un altro esempio concreto, potrebbe portare l'Agenzia Mondiale Antidoping a rivoluzionare il proprio modo di valutare i casi di doping basandosi su delle soglie.

Il direttore della WADA Olivier Niggli, intervistato dal quotidiano francese L’Équipe in merito ai casi di Iga Swiatek e Jannik Sinner, ha parlato dei recenti casi di positività e di conseguenza del rischio di sospensioni e squalifiche che riguarda gli atleti.

Niggli è consapevole che al giorno d'oggi c'è confusione nel valutare le varie situazioni e spesso il pericolo è che non si possa evitare che alcune casistiche risultino non uniformi.

Tra i temi sollevati nelle sue dichiarazioni c'è quello della contaminazione: "Oggi esiste un problema. Questo non significa che ci siano più casi del genere rispetto al passato, il fatto è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare anche quantità infinitesimali di sostanza".

Niggli sembra voler dire che la tecnologia rischia di diventare un boomerang, e che forse sia arrivato il momento di aggiornare le norme adeguandole ad alcune soglie, oltre cui non spingersi a seconda dalla sostanza in questione.

"Con delle soglie non avremmo visto tutti questi casi" sostiene Niggli. Che assicura: "Quello che dobbiamo comprendere è se siamo pronti ad accettare il microdosaggio e dove sia giusto fermarsi. Proprio per questo tipo di riflessioni verrà creato un tavolo di lavoro".

Casi simili ma non uguali

Quello che è capitato a Sinner differisce da quello successo a Swiatek, e anche ad altri sportivi protagonisti inconsapevoli di casi di doping.

Quasi tutti quelli accaduti di recente sono infatti assunzioni involontarie e accidentali, spesso riguardanti lo stesso farmaco proibito (il Clostebol, nel caso del numero uno al mondo) che spesso hanno riguardato anche figure terze (come il fisioterapista "colpevole" di aver massaggiato l'azzurro, contaminandolo).

L'imposizione di alcuni tetti di tolleranza e punibilità aiuterebbe anche a stabilire le eventuali squalifiche, basandosi sulle effettive quantità assunte. Nel caso di Sinner davvero infinitesimali.