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Serie C, ecco la riforma Zola: il futuro del calcio passa da giovani e infrastrutture

Gianfranco Zola
Gianfranco ZolaACTION FOTO SPORT/NurPhoto/NurPhoto via AFP
Prende il nome dell'ex calciatore, oggi vicepresidente di Serie C, la nuova riforma che si auspica di risollevare le sorti del nostro calcio. Marani: "Si deve costruire un nuovo modello perché il calcio del domani, se non sarà sui giovani, non sarà sostenibile".

Far crescere i giovani, formare i tecnici e tornare ad essere il vivaio del calcio italiano. Ecco gli obiettivi dichiarati della "riforma Zola" che porterà la Serie C ad essere un campionato sempre più a trazione giovanile.

Una nuova visione possibile e dalla quale ripartire non solo per il bene della lega, ma di tutto il movimento calcistico italiano perché "si può fare molto di più per creare le condizioni affinché i giovani crescano con maggiore qualità", ha spiegato Gianfranco Zola, vicepresidente della Serie C, durante il Social Football Summit.

La novità si basa principalmente su due pilastri; da un lato quello di motivare i club a far giocare di più i giovani attraverso una premialità, dall'altro quello di premiare le società che investono in strutture, infrastrutture e nella formazione dei tecnici.

La Serie C si appresta quindi ad essere sempre più il campionato dei giovani; già oggi il nuovo regolamento sul minutaggio dei giovani ha avuto effetti importanti, rispetto alla precedente stagione sportiva, con l'aumento del 48% di calciatori in lista settore giovanile, con il 25% di minuti in più disputati dagli stessi e con una crescita del 26% del numero di squadre che utilizzano calciatori cresciuti nel vivaio del club.

Ma dalla stagione sportiva 2025-26 le premialità per l'impiego dei giovani provenienti dal settore giovanile arriveranno sino al 400% - il doppio rispetto a quanto già previsto per il campionato in corso - mentre nella stagione 2028-29, nella lista settore giovanile, ogni club dovrà inserire un numero minimo di otto giovani formati all'interno della propria società.

"Il calcio del domani se non sarà dei giovani non sarà sostenibile"

"L'idea strategica è quella di investire sui settori giovanili. Da troppi anni il calcio italiano non parla più di calcio, dobbiamo rimettere al centro il progetto tecnico. Partiamo dal campo, non dalla politica; si deve costruire un nuovo modello perché il calcio del domani, se non sarà sui giovani, non sarà sostenibile - ha spiegato Matteo Marani, presidente della Serie C -. Inoltre dobbiamo rimettere in moto l'ascensore. Per questo inviterei qualche club di A a guardare in C perché ci sono giocatori forti che possono giocare, senza andare in giro per il mondo".

La volontà, quindi, è quella di creare un nuovo Rinascimento del calcio italiano - e anche della Nazionale azzurra - con una Serie C che sia formatrice di campioni del calibro di Baggio o Schillaci.

"La speranza è che nei prossimi anni dal nostro campionato passino i futuri numeri dieci della nazionale", auspica Zola che coltiva il sogno di un ritorno di "quella generazione di una volta con un continuo fiorire di giovani" pronti a far fare il salto di qualità a tutto il calcio italiano.