Non è mai una gita di piacere quella di Udine per l’Atalanta, e anche stavolta il copione non è cambiato. Al Bluenergy Stadium l’Udinese ha mostrato muscoli, ordine e carattere, superando 1-0 una Dea spenta e poco incisiva. Davanti ai propri tifosi, la squadra di Runjaic centra così la seconda vittoria consecutiva in casa, ritrovando solidità e fiducia.
Gli uomini di Juric erano arrivati in Friuli con un obiettivo preciso: mettere fine alla fastidiosa serie di cinque pareggi consecutivi in campionato e invertire un trend negativo nelle ultime trasferte friulane, entrambe concluse in parità. Ma di fronte si sono trovati una squadra compatta, aggressiva, vogliosa di riscatto dopo il ko con la Juventus, e capace di nascondere con disciplina e coraggio le fragilità di una delle difese più battute della Serie A.
Atalanta spenta, Zaniolo punisce da ex
Sin dal fischio d’inizio, al Bluenergy Stadium è andata in scena una gara giocata a ritmi alti e senza troppi tatticismi. Entrambe le squadre cercano subito di colpire sugli esterni, con Atta e Zalewski intraprendenti. La prima vera fiammata arriva al 15’: Nicolò Zaniolo, ex di turno, esplode un sinistro potente da fuori area. Palla centrale, Carnesecchi blocca, ma il messaggio è chiaro: l’Udinese c’è.
Da quel momento, i friulani prendono coraggio. La squadra di Runjaic comincia a macinare gioco e occasioni, mentre l’Atalanta fatica a uscire pulita dalla propria metà campo. Prima è ancora Zaniolo a provarci, preferendo la conclusione personale al passaggio per il libero Atta; poi è lo stesso Atta a sfiorare il palo con un destro impreciso. A chiudere la serie di tentativi è Kamara, che con un tiro teso da lontano costringe Carnesecchi a un grande intervento in tuffo sulla destra.
È un’Atalanta distratta, compassata, quasi sorpresa dalla determinazione bianconera. Il primo squillo bergamasco arriva solo al 23’, con un lancio lungo per Zappacosta che serve Sulemana per il tap-in vincente. Illusione effimera: il gol viene annullato per fuorigioco netto del 77 nerazzurro. E il segnale è tutt’altro che incoraggiante.
La Dea non trova ritmo, né idee. L’Udinese invece cresce, spinta da un pubblico che sente il profumo dell’impresa. Al 40’ arriva il premio: Kamara sfonda a sinistra, mette un cross teso e rasoterra che Zaniolo trasforma in oro. Sinistro secco, rete e la più classica delle leggi non scritte del calcio: il gol dell’ex. È il terzo stagionale per lui, e il vantaggio bianconero è meritato.

L’Atalanta barcolla e rischia il tracollo prima dell’intervallo: Karlstrom ci prova dal limite, trovando un Carnesecchi strepitoso che si allunga con un riflesso felino a evitare il raddoppio. È l’unico appiglio di una Dea spenta, fragile, lontana parente della squadra capace di entusiasmare in campionato e in Europa.
Vantaggio blindato
La ripresa comincia esattamente com’era finito il primo tempo: con l’Udinese più viva, più convinta. E con Zaniolo ancora protagonista. L’ex nerazzurro si presenta subito su punizione, calciando diretto in porta: traiettoria velenosa, ma Carnesecchi risponde con sicurezza, mantenendo in vita un’Atalanta che però continua a faticare a ritrovarsi.
Un lampo orobico, seppur sbiadito, arriva al 55’: Scamacca ci prova su calcio piazzato, ma la sua conclusione si infrange sulla barriera prima di spegnersi sul fondo. È il segnale per Juric, che decide di cambiare volto alla squadra: fuori proprio Scamacca insieme a Sulemana, dentro Krstovic e Lookman, nella speranza di dare brio e profondità a un undici troppo prevedibile.
Il primo, timido squillo arriva proprio da Krstovic: al 63’ il montenegrino viene servito in area da un cross teso di Zappacosta, ma il suo tocco da pochi passi si perde largo, tra la delusione del compagno che aveva costruito l’azione. È l’occasione più chiara di un secondo tempo che l’Atalanta prova a rianimare più con l’orgoglio che con il gioco.
Al 68’ arriva la standing ovation per il protagonista assoluto della serata: Zaniolo lascia il campo tra gli applausi, sostituito da Bayo. Contemporaneamente Ekkelenkamp cede il posto a Piotrowski, mosse studiate da Runjaic per mantenere energia e ordine in mezzo al campo. E la strategia paga: l’Udinese resta corta, concentrata, senza mai andare in affanno.

Gli ultimi minuti scorrono via senza sussulti. L’Atalanta ci prova più con la forza della disperazione che con la lucidità, ma il muro friulano regge fino al triplice fischio. Finisce 1-0, con l’Udinese che torna a respirare e conquista un clean sheet che mancava dal 14 settembre.
Per la Dea, invece, è notte fonda: un’altra prova opaca, un’altra trasferta stregata. Udine resta un terreno ostile, e il ko segna la fine dell’imbattibilità nerazzurra in campionato. Un passo falso che pesa, e che racconta meglio di ogni statistica il momento di una squadra prigioniera delle proprie incertezze.
