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Tare si racconta: “Non si può andare più in alto del Milan, ho l'obbligo spirituale di vincere qui"

Igli Tare
Igli TareEmmanuele Ciancaglini / GETTY IMAGES EUROPE / Getty Images via AFP

Igli Tare si racconta senza filtri in una lunga intervista ai microfoni di Top Story. Il direttore sportivo del Milan ripercorre la sua carriera, dagli esordi in Albania fino al vertice del mercato rossonero, tra sacrifici, sogni realizzati e curiosità inedite sulla sua vita e sul suo lavoro.

Il percorso di Tare è stato tutto meno che lineare. Da giovane sognava di calcare i campi della Serie A, anche se pochi gli credevano: “Sentivo che sarei passato dall'essere un calciatore ad un allenatore, come mi sentivo durante l'era comunista con i miei compagni di scuola, quando sedevamo al Parku Rinia e dicevo sempre loro che un giorno mi avrebbero visto in Serie A, nel campionato italiano".

"Mi dicevano sempre che ero pazzo e non mi credevano. Dopo 15 anni, ho incontrato per caso un mio amico che mi ha raccontato questo fatto. Credo che se hai un sogno, devi saper lottare e realizzarlo. Ho un'espressione che uso sempre: 'Quello che per altri è la fine, per me è solo l'inizio’”.

La fuga dall’Albania lo ha portato prima in Grecia e poi in Germania, tra difficoltà e lavori umili. “È vero che per le prime 2-3 settimane di lavoro si vergognava e si copriva per non farsi vedere? Ho lavorato come giardiniere. All’inizio mi vergognavo molto. Le prime due settimane in Germania, pensavo che chi mi avrebbe riconosciuto, mi coprivo, tenevo gli occhi aperti solo perché pensavo che se qualcuno mi avesse guardato, avrebbe detto 'È così che è passato da calciatore a giardiniere'. 

L’arrivo al Milan

Il sogno di lavorare in un grande club italiano si è finalmente concretizzato: “Era una possibilità che sentivo che sarebbe arrivata. Ho sempre pensato che un giorno le mie strade si sarebbero incrociate con questo club, e infatti è successo. C'era anche stata l'opportunità in passato di realizzarlo e sapevo che era solo questione di tempo. Sono stato molto paziente fin dal momento in cui ho concluso l'esperienza con la Lazio. 18 anni con la Lazio, 3 da giocatore e 15 da direttore sportivo”.

Per Tare, il Milan non è solo un club: è una sfida personale, una parte integrante della sua vita e della sua carriera. “Voglio rimanere il più a lungo possibile, perché è un club che rappresenta il limite, non si può andare più in alto del Milan. È tra i club più titolati al mondo insieme al Real Madrid. Fino a qualche anno fa era il club con il maggior numero di trofei vinti. Per arrivare a questo livello ci sono stati un lavoro durissimo, sacrifici e passione. È un onore poter far parte della storia di un club come questo. Essere parte di questa realtà mi rende molto soddisfatto".

"A livello di crescita personale, la mia esperienza con il Milan è fondamentale. Per me non è solo un club, ma una parte integrante della mia carriera e della mia vita, e quindi è un obbligo spirituale vincere con questo club ed essere parte della sua storia.”

Il rapporto con Allegri e le scelte della società sono chiare nella visione di Tare: “La società ha supportato la mia opinione di assumerlo come allenatore perché la sua esperienza e il modo in cui gestisce le diverse situazioni con la squadra, con la società, sono tutti ottimi”.

Infine, il direttore sportivo non si nasconde riguardo ai talenti del futuro: “Jashari ha tutto per essere un grande giocatore”.

Problemi in difesa per Milan-Juve

Qualche problema in difesa per il Milan di Massimiliano Allegri per la partita contro la Juventus a Torino. Non ci sarà Estupiñán, squalificato dopo l'espulsione rimediata col Napoli, in forte dubbio poi anche Tomori per un risentimento alla coscia che lo sta costringendo ad allenarsi a parte rispetto al resto del gruppo.

Spazio quindi a Bartesaghi sulla fascia e a De Winter al posto di Tomori.

Tomori durante Milan-Napoli
Tomori durante Milan-NapoliGiuseppe Maffia / NurPhoto / NurPhoto via AFP

In attacco nonostante Leao sia ormai totalmente recuperato, dovrebbe essere confermata la coppia Pulisic-Gimenez per dare tempo al numero 10 rossonero di ritrovare la migliore condizione.