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Soulé si racconta: "Ranieri mi ha dato fiducia, ora gioco e sogno l’Argentina"

Matias Soulé celebra il suo eurogol alla Lazio
Matias Soulé celebra il suo eurogol alla LazioGIACOMO COSUA / NurPhoto / NurPhoto via AFP
Il fantasista ha ripercorso le tappe della sua giovane carriera: dall'impatto con lo spogliatoio della Juve a CR7 alla svolta alla Roma con Ranieri, passando per l’esperienza a Frosinone e il sogno di indossare la maglia dell’Albiceleste.

Durante un'intervista con alcuni youtuber argentini ('Los Edul'), ripresa da VoceGiallorossa, Matias Soulé ha raccontato la sua stagione alla Roma.

"Abbiamo iniziato male, ma con l’arrivo di Ranieri ci siamo ripresi. Ci ha tranquillizzati e abbiamo fatto più punti", ha detto il fantasista.

"All’inizio giocavo poco, ero sul punto di andarmene. Poi ho parlato con il mister Ranieri e mi ha detto di rimanere, che la mia occasione sarebbe arrivata. Ora sto giocando, è ciò che volevo".

Hai avuto anche il supporto di due argentini importanti, Dybala e Paredes. Quanto ti hanno aiutato?

"Tantissimo. Due persone splendide. Li conoscevo già da prima. Già prima di venire li sentivo per sapere se sarebbero rimasti. Ovviamente speravo di sì. Avere argentini in squadra ti fa sentire subito più a casa".

Pensi mai di giocare in Argentina in futuro?

"Adesso no, sono all'inizio della mia carriera. Ma un giorno mi piacerebbe, soprattutto perché non ho mai giocato in Primera. Sarebbe bello viverla dall'interno, magari proprio con l'Independiente".

I numeri di Soulé a Roma
I numeri di Soulé a RomaFlashscore

Parliamo della Juventus. Il tuo arrivo in quello spogliatoio.

"Incredibile. Non ero ancora in prima squadra, ma cominciai ad allenarmi. C'erano Dybala e anche Cristiano Ronaldo. Una volta, CR7 venne a sedersi a pranzo con me e un altro compagno. Parlammo per un'ora. Raccontava tutto, anche della sua vita a Madrid. Io ero sotto shock, ma facevo domande. Non ci potevo credere".

Poi l'esperienza al Frosinone.

"Avevo bisogno di giocare. Alla Juve non c'era spazio, quindi andai. Mi fece bene. Peccato per la retrocessione all'ultima giornata. Ma mi ha aiutato a crescere".

Ed è vero che ti ha contattato Spalletti per la Nazionale italiana?

"Sì. Il mio tecnico al Frosinone era in contatto con lui. Mi chiamò mentre ero a casa di Dybala. Mi disse che mi voleva, che avevo il passaporto e che c'erano gli Europei. Poi venne pure al centro sportivo. Ma io gli dissi che volevo aspettare l'Argentina. Mi rispose che capiva. Non fu facile dirglielo, ma seguii il mio cuore".

Ora sei ancora in attesa della chiamata dall'Argentina?

"Sì. So che c'è tanta concorrenza, ma continuo a lavorare. È il sogno di ogni bambino. Non smetterò di sperarci".

Ti ha cambiato il gol nel derby con la Lazio?

"Sì, tantissimo. Venivo da diverse partite da titolare. Segnare in un derby, con la famiglia sugli spalti, è stato incredibile. Non riuscivamo a trovare i posti, ma poi li ho visti. Una gioia enorme".