Aspettarsi un avvio così stentato era difficile, immaginare addirittura un crollo di questa portata quasi impossibile. Eppure il Milan, ancora una volta, ha saputo stupire in negativo i suoi tifosi, offrendo una prestazione da 4 in pagella. La Cremonese, neopromossa ma tutt’altro che intimorita dal palcoscenico di San Siro, ha colto l’occasione: ringrazia e porta a casa i primi tre punti della stagione.
Nemmeno nei sogni più surreali si poteva immaginare uno scenario simile, anche se il calcio, si sa, vive di paradossi e colpi di scena. La squadra grigiorossa, ben rinforzata sul mercato e guidata da un tecnico capace di trasmettere energia e identità, partiva sulla carta con un divario evidente rispetto a un Milan ridisegnato per il ritorno di Massimiliano Allegri, chiamato a rimettere ordine dopo una stagione da dimenticare.
Ma la realtà ha tradito le attese: ciò che è emerso è esattamente l’incubo che i tifosi rossoneri conoscono bene: disordine tattico, disattenzioni difensive e un attacco spuntato. In sintesi: nuova stagione, vecchio Milan.
Allegri ha ora davanti un lavoro enorme. Credeva di aver già trasmesso alla squadra i principi cardine delle sue formazioni, solidità e compattezza, ma i buchi apparsi ieri non sono dettagli da rifinire: sono crepe strutturali, lacune che toccano i fondamentali del gioco. Lo stesso tipo di fragilità che la Serie A aveva già messo a nudo sotto Conceição e Fonseca nell’ultima annata.
Le dinamiche del tracollo
All’esordio stagionale, di “nuovo” si è visto poco o nulla. I fantasmi del recente passato sono riemersi subito, spegnendo in un attimo l’entusiasmo estivo. Il primo gol è l’emblema delle amnesie rossonere: cinque rossoneri piazzati in area, immobili, incapaci di leggere il pericolo. Risultato: spazio aperto a Baschirotto, libero di colpire a pochi passi da un Maignan incolpevole.
Il momentaneo pareggio di Pavlović sul finire del primo tempo è stato solo un’illusione.
Nella ripresa, il Milan si è fatto male da solo: palla persa in costruzione, atteggiamento molle, e Fofana che in transizione si limita a rientrare con leggerezza, spettatore privilegiato della splendida semi-rovesciata con cui Bonazzoli ha punito San Siro. Azione bellissima, certo, ma resa possibile da una difesa incapace persino di abbozzare opposizione.

Due gol sono bastati per riaccendere paure mai sopite. Le stesse fragilità, gli stessi errori, la stessa incapacità di reagire. Cambiano gli interpreti, cambia la guida tecnica, ma il film, per i tifosi rossoneri, sembra sempre lo stesso.
Ora resta da capire se, con il ritorno di Leão, qualche innesto dell’ultimo minuto sul mercato e qualche bella strigliata, il Milan riuscirà finalmente a tornare quello di un tempo: certo, non quello dell’ultima stagione.