Da Fuorigrotta al Sinigaglia ci sono 830 km di distanza. E lungo il filo rosso della sfida per il titolo, si sono alternati i decibel dei tentativi di Napoli e Inter di vincere le rispettive sfide contro Cagliari e Como.
Dopo pochi minuti dal fischio d'inizio Raspadori era il primo a provarci per i partenopei, con il suo sinistro rasoterra fuori di poco. Al Sinigaglia, invece, Darmian veniva privato del gol da un grande intervento di Perrone, a Reina battuto.
Un contropiede letale di Spinazzola permetteva a Gilmour di inserirsi in area isolana per venire rimbalzato da Sherri, che poco dopo si esibiva in un'ottima chiusura su un cross basso di Di Lorenzo destinato a Lukaku. L'albanese era poi strepitoso su una conclusione ravvicinata di Rrahmani che certificava il forcing azzurro. E mentre Lukaku adottava un duello rusticano con Mina, De Vrij portava in vantaggio i nerazzurri a Como con un colpo di testa su corner da destra di Calhanoglu.
Dopo il sorpasso dei nerazzurri, Nico Paz era l'unico a provare a dare la scossa ai suoi con alcune iniziative da fuori, ma senza fortuna. Chi non aveva fortuna era Spinazzola, che al 39esimo si vedeva ribattute due conclusioni da vicino dalla difesa cagliaritana, strenua nel difendere il suo fortino.
Ma la spinta azzurra non si fermava, e al 43esimo Politano ricamava un cross dalla destra che trovava in piena area il solito McTominay, che in acrobazia colpiva al volo di destro e trovava la rete tanto agognata da un'intera città. Un ex Napoli, invece, veniva espulso al Sinigaglia: si trattava di Pepe Reina, per un fallo su Taremi. I primi tempi finivano entrambi con oltre cinque minuti di recupero in più, e con le due rivali in vantaggio di un gol. A fine primo tempo, lo scudetto era azzurro.
L'inizio della ripresa era sulla stessa lunghezza d'onda d'ambo le parti. Perché mentre l'Inter raddoppiava con Correa, autore di una splendida iniziativa personale il Napoli lo faceva con Lukaku, che siglava il 14esimo centro stagionale. Il belga era bravissimo a finalizzare con freddezza dopo aver effettuato una progressione mista di forza e tecnica per andar via a Mina in seguito a un lancio lungo di Rrahmani.
Con i ritmi visibilmente meno vertiginosi, su entrambi i campi si puntava alla gestione. E al 64esimo gli azzurri andavano vicinissimi al terzo gol: un altro contropiede che vedeva Lukaku come riferimento ultimo innescava l'arrembante Neres. Ma il subentrato brasiliano vedeva il suo sinistro deviato da uno Sherri in stato di grazia.

Nell'ultimo quarto d'ora, al Sinigaglia era il subentrato Barella a sfiorare il gol con un bel destro, mentre Neres si esibiva nuovamente in una bella sgroppata in seguito alla quale, però, vedeva il suo sinistro ravvicinato ribattuto da un difensore. Il brasiliano, schierato a destra, si guadagnava poi gli applausi del Maradona in un paio di rientri in copertura pieni di dedizione. Il tutto mentre lo stadio iniziava a cantare festante, con Conte in tribuna a soffrire senza potersi sfogare dalla linea di fondo.
Al 91esimo, un sinistro al volo di Deiola veniva ben agguantato da Meret, mentre dalla panchina Lukaku non voleva vedere nessuno festeggiare in anticipo. Conte, nel frattempo, scendeva le scalette che portano dagli spalti che si avviavano a colorarsi di verde, bianco e rosso, sul terreno di gioco. E così, all'ultimo sospiro, lo Scudetto si colorava di azzurro. Il quarto di sempre per il Napoli. Forse il meno bello, il più combattuto, e forse per questo più sentito.