Con due moduli quasi speculari, Venezia e Verona si sono sfidate in un Penzo dove la squadra di Di Francesco ha puntato sul sostegno del suo pubblico per avere la spinta giusta. Il primo intervento, però, è stato del sempre attento Stankovic, che ha dovuto stoppare di piede il primo tentativo ospite di Serdar dopo pochi minuti. Più vogliosa nel cercare il possesso, però, la squadra di casa ha poi saputo subito proporre qualcosa.
E al 28esimo arrivava il gol del nuovo acquisto, quell'Alessio Zerbin che dopo tanto purgatorio al Napoli trovava il posto da titolare come laterale destro dei lagunari. La sua incursione accentrandosi sfociava in un tiro di Pohjanpalo deviato, sul quale l'ex partenopeo si fiondava e trovava l'angolo basso lontano, siglando così il primo gol in 34 partite di Serie A.
Col passare del tempo, i nervi montavano dal lato veronese, sebbene la difesa veneziana si ergeva solida. A fine primo tempo Pohjanpalo rimediava un giallo per eccessiva combattività nella propria mediana, a riprova del fatto che dopo aver aiutato a segnare, il capitano locale voleva anche formar parte della resistenza. Senza Tengstedt, infortunato e sostituito da Kastanos, la squadra di Zanetti rientrava affamata nella ripresa. Suslov, tra le linee, si faceva notare per i suoi movimenti e tentativi, mentre il neo entrato greco ci provava anche da fuori.
L'allenatore scaligero dopo un'ora dava spazio a Mosquera, puntando così al doppio centravanti. Una mossa che portava al pari dell'Hellas al 76esimo. Perché era il colombiano ad andar via di forza, mettere in mezzo e provocare il gol di Tchatchoua, che dopo un rimpallo colpiva con un tap-in. Dopo aver trovato il meritato pareggio, però, la squadra di Zanetti tirava quasi i remi in barca, consapevole del fatto che un pari in laguna fosse un risultato importante. E, in effetti, così era. Perché dopo l'1-1 del Penzo adesso il Verona ha quattro punti di vantaggio sul Venezia, che resta penultimo e ha mancato nuovamente con un trionfo che manca da oltre un mese.
