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Osimhen e la goccia che ha scavato un solco nella tolleranza del Napoli e dei suoi tifosi

Victor Osimhen
Victor OsimhenAFP
La reazione spropositata del nigeriano a un commento dell'agente di Kvaratskhelia è l'ultimo grave episodio comportamentale di un talento difficilissimo da gestire e il cui futuro sembra ormai lontano dal Maradona

Erano state tante, le avvisaglie. Ma l'inverno su Napoli è sceso in modo secco, catapultandosi funesto dopo delle vacanze di Natale passate a mangiare tanto per dimenticarsi delle deludenti uscite contro Roma e Monza, dove i campioni d'Italia in carica non avevano palesato neanche un minimo di mordente. La botta più forte sul campo, tuttavia, è arrivata dopo l'Epifania, che tutte le feste porta via, in casa di un Torino quasi sorpreso per quanto gli azzurri fossero stati remissivi e impalpabili. Ma non era finita qui, perché il colpo di maglio lo avrebbe dato uno che di solito si distingue per i gol, ossia Victor Osimhen.

Il capocannoniere della scorsa Serie A, e per molti uno dei centravanti più forti del mondo, ha macchiato nuovamente la sua esperienza partenopea con un altro episodio più che discutibile fuori dal campo. Parliamo delle ingiuriose repliche al procuratore di Khvicha Kvaratskhelia, reo di aver (senza averne potestà) anticipato una partenza futura del nigeriano in Arabia. Una risposta via social infuriata e farcita di un termine lontanissimo dai canoni del politicamente corretto, che però fa riflettere non poco sullo stato delle cose a Napoli, dove tutto ormai sembra andare verso lo sfascio più totale.

Solita frenesia

Impegnato in Coppa d'Africa, Osimhen si è preso infatti la briga di lanciare un messaggio infuocato di livore senza consultare nessuno, nemmeno il suo agente Roberto Calenda. Eppure, il principale dubbio che pervade l'ambiente è il seguente: non sarebbe stato meglio se l'africano avesse chiamato il suo compagno di squadra, del quale sicuramente avrà il numero, per provare a chiarire le cose? Del resto, sia lui sia il georgiano parlano solamente l'inglese, e dunque la questione di un 'Lost in translation' non sussiste affatto. Ma, evidentemente, il nigeriano si è fatto come al solito prendere dalla frenesia, come spesso fa in campo, e non ha ragionato prima di scrivere il messaggio poi nemmeno cancellato.

Un atto puerile, non proprio di un giocatore di 25 anni compiuti e soprattutto di uno dei leader di uno spogliatoio di campioni. Noto per i suoi vari episodi di rabbia nelle prime stagioni al Napoli, dove è stato espulso in varie occasioni per reazioni spropositate e istintive, il centravanti nigeriano si era in qualche modo rabbonito l'anno scorso agli ordini di un Luciano Spalletti che gli aveva fatto capire che solo stando sereno e dosando le proprie energie avrebbe fatto la storia. E così è stato.

 

Addio annunciato

Ma una volta andato via il tecnico di Certaldo, che secondo fonti interne insieme a Cristiano Giuntoli avrebbe suggerito al presidente Aurelio De Laurentiis di vendere l'attaccante di Lagos in quanto troppo poco gestibile, la diga è saltata. Autarchico e riottoso, come accaduto a Bologna quando aveva esautorato pubblicamente Rudi Garcia chiedendogli di giocare a due punte al momento della sostituzione sullo 0-0, Osimhen è esploso insieme al Napoli stesso, che dopo uno Scudetto vinto in modo spettacolare è crollato di schianto come un'auto dal motore potentissimo ma il cui telaio dozzinale non ha resistito a un'ulteriore esibizione.

Arrivati a questo punto, sembra ormai chiaro che il tempo di Osimhen al Diego Armando Maradona sia concluso. Assente ogni anno per il 40% delle partite per poche squalifiche e molti infortuni, molti dei quali derivanti dalla sua eccessiva foga, il Pallone d'oro africano ha fatto cadere l'ultima goccia di rancore che ha scavato un fosso con un ambiente stanco dei suoi comportamenti egoistici. Il rinnovo fino al giugno del 2026 con una probabile clausola di 130 milioni per la sua partenza, a questo punto, è arrivato il giorno stesso dell'espulsione a Roma, dove ha nuovamente peccato di troppa irruenza. Un segnale del destino? Probabilmente. Ma la sua carriera ormai sembra lontana dal Golfo, dove passerà i prossimi cinque mesi in cattività, ruggendo, in inglese, come un leone in gabbia.

Lo storico di infortuni di Osimhen
Lo storico di infortuni di OsimhenFlashscore