Se vere le cifre sul piatto e confermato l'interesse di Guardiola per l'esterno tuttofare di Madama, sarà difficile rifiutare sia per la Juventus che per Andrea Cambiaso, visto che le sirene della Premier attirano nei gorghi del calciomercato anche i calciatori più fedeli. E le sterline fruscianti, le società più risolute. Cambiaso potrebbe quindi presto seguire le orme di Tonali, Calafiori e Chiesa, accasandosi in una squadra che, seppur in difficoltà, ha dettato legge negli ultimi anni, e lo sotto la guida del maestro del calcio per eccellenza, Pep Guardiola.
Per la Juve la cessione dell'esterno non sarebbe però soltato un'importante perdita a livello tecnico ma anche un ulteriore passo verso l'azzeramento del progetto precedente, il disfacimento progressivo del vecchio "zoccolo" italiano, dopo la cessione di Federico Chiesa, nonché porterebbe il football director bianconero a correre ai ripari per coprire la falla. Falla su fasce che già imbarcano parecchia acqua se si pensa che la Juventus a destra schiera titolare un ex Next Gen come Nicolò Savona e a sx dopo l'infortunio di Cabal senza Cambiaso dovrebbe utilizzare un altro ex Next Gen, Jonas Rouhi, anche se ultimamente si è occupato del ruolo anche il tuttofare di Madama, Weston McKennie.
Le alternative a Cambiaso
Con un'offerta di 65 milioni e una richiesta di 80, i due club potrebbero trovarsi a metà strada a 70 milioni, anche se bisognerà poi vedere quanto le cifre siano veritiere, visto che nel caso di Tonali simile offerte si sono dimostrate, dopo l'ufficialità, un tantino esagerate. Probabilmente una prima mossa potrebbe essere quella di riempire il buco anticipando l'arrivo a Torino di David Hancko, sul quale gli olandesi hanno aperto alla trattativa per l'estate. Duttile difensore 27enne di piede mancino del Feyenoord e della nazionale slovacca, può giocare da centrale ma anche come terzino sinistro, risolvendo in qualche modo le necessità dei bianconeri anche a fronte di una partenza di Cambiaso.

È anche il favorito di Motta, che invece negli ultimi tempi aveva proprio "punito" Cambiaso per qualche errore di troppo relegandolo in panchina, anche se si è poi saputo che il laterale bianconero era stato spesso costretto a giocare con infiltrazioni per problemini fisici non del tutto risolti. Questo però apre un discorso a parte, proprio pensando a questa sorta di rivoluzione permanente che sembra affascinare il duo Giuntoli-Motta, dopo il ricco mercato, l'epurazione degli esuberi e qualche confino obbligato (Arthur su tutti).
I dettami della rivoluzione
C'è infatti l'impressione che il nuovo football director della Juventus segua pedissequamente le richieste del tecnico, come nel caso di Teun Koopmeiners, per il quale si è forzato il cassiere accontentando il prezzo fuori mercato fatto dall'Atalanta. Se questo connubio nell'individuazione dei giocatori può sembrare giusto, in realtà non lo è. A costruire una squadra vincente deve essere il dg, o in questo caso il "football director", come recita il ruolo di Giuntoli nell'organigramma.
Il tecnico dovrebbe dare indicazioni sui ruoli e sulle caratteristiche necessarie, ma a reperire i giocatori adatti alla causa dovrebbe essere lui attraverso il lavoro degli scout, valutando valore, prezzi e personalità/adattabilità dei giocatori. Sta poi all'allenatore creare una squadra con il materiale messo a disposizione. L'impressione è invece che Motta abbia preferenze poco malleabili e che questo si traduca in scelte di mercato opinabili e preferenze per i titolari un po' troppo ferree, con conseguente scarso minutaggio dei "figli di un dio minore". Si vedrà, ma "rivoluzione permanente" storicamente non è finita bene, e nemmeno il suo teorico.
