"Ringraziamo la squadra perché è stata eccezionale. Ha interpretato la partita da Genoa e abbiamo dato un segnale a noi stessi: siamo vivi".. Così, ai microfoni di Dazn, Roberto Murgita, tecnico del Genoa in tandem con 'Mimmo' Criscito, dopo la preziosa vittoria di Reggio Emilia contro il Sassuolo che allontana la crisi dei rossoblù, al primo successo in campionato.
"Sapevamo di affrontare una squadra forte, che stava vivendo un buonissimo momento. Dovevamo interpretare la gara in vari modi e abbiamo interpretato i vari momenti della gara bene, soprattutto dopo il pari con un episodio abbastanza sfortunato per noi. Lì non abbiamo perso la testa, ci abbiamo creduto, abbiamo anche accelerato qualche pressione e alla fine abbiamo ottenuto una vittoria importante che dice che siamo vivi, che è un primo passo e ci permette di lavorare con una testa diversa".

Il Genoa è partito a 3 per poi mettersi a 4 durante la gara: "Abbiamo preparato così la partita - dice il tecnico -, pensavamo di cambiare modulo in base alla gara. Lo abbiamo fatto con coscienza. Tutti erano pronti per dare una mano e chi non l'ha data lo ha fatto esultando come un pazzo, per questo ero sicuro che ci sarebbe stata una reazione da Genoa".
L'importanza di Criscito
Murgita ha lavorato in coppia con Criscito: "Mimmo è stato un personaggio importantissimo della storia del Genoa, io non ho fatto tutta la carriera nel Genoa ma ho fatto il settore giovanile, ho fatto la prima squadra, ma ho fatto meno presenze, sono da 13 anni però da allenatore al Genoa, direi che c'è qualcosa di importante con il Genoa e con Genova. Sono cose importanti, belle da vivere, forse io e Mimmo ce la ricorderemo per tutta la vita. Il 3-5-2 nasce da un sistema che io e Mimmo conosciamo a memoria, che il Genoa ha nel Dna. Per noi è stato semplice ributtarlo su questo, soprattutto contro il Sassuolo che ha esterni molto veloci, non volevamo far girare Pinamonti e trovare il buco su una sua sponda. Non è stato un sistema definitivo, avevamo la possibilità di passare a 4, l'avevamo pensato".
Nel discorso alla squadra lui e Criscito hanno cercato di stimolare l'orgoglio senza far pesare il momento: "Abbiamo puntato sulla reazione emotiva e non far pesare la responsabilità di un peso come una piazza che è Genova, questa è stata un'occasione espressa di libertà fatta bene. Hanno giocato più liberi mentalmente, hanno combattuto e sono tornati a fare quello che sanno fare".
    