Oramai ai fischi, anche a quelli non sempre giustificati, il calciatore medio è più o meno abituato a tal punto da riuscire a farseli scivolare addosso. A volte anche con troppa disinvoltura perché un po' di autocritica, talvolta, non farebbe male.
Quello che è successo sabato sera all Stadium, alla fine della gara tra Juventus e Venezia, però, non ha nulla a che vedere con qualche parola di troppo legata alla prestazione o al risultato finale. In gioco c'è molto di più e le società della Serie A dovrebbero, una volta per tutte, affrontare il problema interno alle proprie curve e risolverlo.
Le minacce
A scatenare l'ira di Dusan Vlahovic, infatti, sarebbe stata una minaccia di morte rivolta da un tifoso alla quale sarebbero seguiti diverse offese ("uomo di merda"), alcune delle quali a sfondo razzista ("zingaro di merda"). Ed è proprio per questa ragione che sulla questione è intervenuta la Digos che sta effettuando le indagini del caso per provare a capirne di più e individuare i presunti colpevoli.
E bisognerà andare fino in fondo, anche se a cercare per primo di smorzare i toni della questione è stato lo stesso calciatore, sui propri social: "Capisco il rammarico per gli ultimi risultati e avete tutto il diritto di manifestarlo – si legge nel post -, vi ho sempre rispettati dando tutto per la maglia e vi ringrazio per il supporto che ci date quotidianamente. Ora è importante continuare a sostenere la squadra e ripartire, uniti tutti insieme, fino alla fine".