Crederci e dichiararsi positivo ora non serve più a niente. Paulo Fonseca si mostrava ottimista riguardo alla possibilità di lottare per lo Scudetto con il suo Milan, un "sogno" per il nuovo tecnico rossonero, che sembra però già svanito dopo solo quindici giornate di Serie A.
La musica sta cambiando nel campionato italiano e la compagine milanese non sembra più così pericolosa e competitiva, come invece dimostra partita dopo partita una splendida Atalanta, capace di mandare ko anche il Diavolo e di conquistare il nono successo consecutivo.
Una sconfitta, quella del Gewiss Stadium, che lascia l'amaro in bocca a tutti i tifosi del club rossonero, privo di idee nel secondo tempo e troppo passivo in fase difensiva.
Oltre al danno, anche la beffa: non solo il risultato e la prestazioni individuali sono state deludenti, ma ora il Milan si trova a -12 (-13 in caso di vittoria del Napoli) dalla vetta, occupata momentaneamente proprio dalla Dea.
Botta di realtà e una lezione di vita per il Milan
"So che per molti è difficile, ma io continuo a credere nello Scudetto": queste le parole di Fonseca post Milan-Juventus, un'altra partita rivedibile terminata con i fischi assordanti di San Siro. Una domanda, a due settimane di distanza da quel match, sorge spontanea: si può credere nella vittoria del campionato adesso? La risposta è no, perchè i rossoneri dimostrano di non avere la costanza di rendimento, un elemento fondamentale che contraddistigue, solitamente, i Campioni d'Italia.
Theo Hernandez e Rafael Leao ne sono l'esempio più lampante: brillanti e propositivi in alcune gare, passivi e anonimi in tante altre. Così, però, lo Scudetto non si può vincere, e il primo a riconoscerlo è sembrato proprio l'allenatore portoghese, anche se implicitamente.
Ebbene sì, perchè i segnali sono chiari ed evidenti e parlano di un mister che ha provato ad aggirare le possibili domande sul match giocato e dominato dall'Atalanta, mostrandosi invece furibondo per l'arbitraggio che, nonostante i dubbi sul contatto tra De Ketelaere e Theo, non ha niente a che fare con il pessimo atteggiamento mostrato.

Aggrapparsi ai possibili se e ma, come dimostra la classifica, non porta alcun risultato. Questo è l'insegnamento per Fonseca, che forse ha creduto troppo in un gruppo altalenante, capace di regalare ottime prestazioni come quella del Bernabeu per poi cadere clamorosamente contro squadre nettamente inferiori.
Tanti punti buttati via e poca consapevolezza nei propri mezzi: il Diavolo pensava di essere da Scudetto ma si è dimostrato ancora acerbo e incapace di competere contro le vere forze di questa Serie A, dove la costanza e l'organizzazione tattica ti fanno vincere uno Scudetto. Due pregi che il Milan, in questo momento, non possiede.