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Leão rivela: "Stavo per andare all'Inter ma ho detto no, tra loro e Milan scelgo Milan cento volte"

Rafael Leão
Rafael LeãoLoris Roselli / NurPhoto / NurPhoto via AFP

Rafael Leao svela un retroscena che avrebbe potuto cambiare il corso della sua carriera: il trasferimento sfumato all’Inter e la chiamata decisiva di Paolo Maldini che lo ha convinto a scegliere il Milan, il club dei suoi sogni sin da bambino.

Rafael Leão, ancora fermo ai box per l’infortunio al polpaccio rimediato lo scorso 17 agosto durante il turno preliminare di Coppa Italia contro il Bari, ha aperto il suo cuore in una recente puntata del podcast Say Less.

Il numero 10 rossonero ha ripercorso la sua carriera, svelando retroscena inediti sul suo trasferimento al Milan e, soprattutto, su una scelta che avrebbe potuto cambiarne il destino: un ipotetico approdo all’Inter.

Il retroscena di mercato e la chiamata di Paolo Maldini

"Stavo per andare all'Inter - esordisce Leão -, pazzesco. Il direttore sportivo (del Lille, ndr) mi ha detto: Rafa stiamo per venderti all'Inter, io ho detto: no, ho fatto molto bene questa stagione, voglio stare un'altra stagione per migliorare ancora e aumentare la mia fiducia per la prossima sfida. Ma lui mi diceva no, no, devo venderti, è un'ottima opportunità per te, per noi, sono tanti soldi. Ma io ho detto Inter no".

Leão non voleva prendere scorciatoie e desiderava crescere ancora con il Lille prima di affrontare una nuova sfida. Ma quando l’interesse del Milan è arrivato, non ha avuto dubbi. "Passano una, due, tre settimane e torna a parlarmi il direttore sportivo e mi dice: il Milan è interessato a te. Io ho detto: sì, il Milan sì, se verranno con un'offerta accetterò".

"Dopo due giorni è tornato e mi ha detto: hanno portato l'offerta, qualcuno vuole parlarti, mi ha passato al telefono Paolo Maldini, non chiamata normale ma videochiamata. Maldini mi ha detto: devi venire, siamo pronti a prenderti. Accetto, ho risposto io, non potevo dire di no".

Per il portoghese, la scelta del Milan non è stata solo una questione di prestigio, ma un sogno coltivato fin da bambino: "Da quando ero bambino, Ronaldinho, Ronaldo, Kakà, Seedorf, quei giocatori che vedevi o ne sentivi parlare, erano la storia. Poi sai, 7 Champions League, solo il Real Madrid ne ha di più. Tra Milan e Inter, Milan cento volte".

"Milan un grande club, provare per capire"

L’arrivo a Milano ha confermato l’impressione di trovarsi davanti a qualcosa di unico. “Quando mi ha chiamato Maldini ero in hotel, perché era in ritiro nella pre-season, in Portogallo. Sono andato a Milano con la mia famiglia, sono stato un mese in hotel. Mi sono reso conto di quanto questo club sia grande quando ho giocato la prima partita in casa. È stato incredibile, lo stadio pieno, ho pensato è veramente pazzesco. Anche quando abbiamo vinto lo Scudetto. È qualcosa che un giocatore deve provare, per capire quanto è importante giocare per il Milan".

Le emozioni si sono moltiplicate durante il primo derby, una partita che per Leão rappresenta più di una semplice sfida. “Emozionante. Le strade erano tutte bloccate, vedi tutto rosso, blu, i tifosi che addirittura battono le mani sul pullman, è sempre pazzesco, è come se fosse noi o loro. Anche se durante la stagione facciamo delle brutte partite, anche prima del derby, ma quando inizia la settimana del derby devi essere super concentrato, perché è noi o loro, perché per il resto della stagione parleranno di quella partita”.

Oggi, a distanza di anni, Leão sottolinea l’importanza di lasciare un segno indelebile nel club: “È sempre la stessa gioia, con la responsabilità di fare bene, divertirmi, e sono venuto qui per questo, perché non ha senso venire in questo club tanto per venire e andare, quando vai via la gente si deve ricordare cosa ho fatto. Penso di star facendo bene, sono molto orgoglioso e non vedo l’ora di continuare così e ancora di più”.