Quasi dodici anni al Lecce, dieci trascorsi dietro la scrivania di direttore sportivo alla Fiorentina: Pantaleo Corvino ad oggi è uno dei più brillanti dirigenti italiani e senza dubbi uno di quelli maggiormente capaci di scovare giovani talenti e poi rivenderli a caro prezzo, trovando poi il modo di sostituirli degnamente.
La sua carriera parla da sé: l'abilità nell'andare a cercare giocatori nei campionati minori, anche grazie ai suoi collaboratori, ha fatto la fortuna della squadra salentina per tanti anni e ancora oggi i giallorossi devono ringraziare il 75enne ds per tutti i soldi guadagnati dalle cessioni.
Dal 2020, quando Corvino ha fatto ritorno a Lecce, il club è tornato a "confezionare" calciatori come a vent'anni fa, quando da talent scout scoprì gente come Bojinov, Chevanton e Vucinic.
Adesso i nomi sono cambiati ma la musica è rimasta la stessa: l'ultimo grande giocatore formato a Lecce è Patrick Dorgu, pescato in Danimarca per poche centinaia di migliaia di euro dal responsabile dell'area tecnica leccese e appena rivenduto alla cifra record di 30 milioni + bonus al Manchester United. Non prima di aver guidato i salentini a uno storico campionato Primavera vinto nel 2023 e aver debuttato in Nazionale maggiore.
Campare di rendita
Il sistema Corvino ha permesso di vendere a cifre esorbitanti e investire immediatamente su nuovi semi-sconosciuti. Solamente sei mesi fa lasciava il Salento un altro danese, Morten Hjulmand: pescato in Austria per 170 mila euro, dopo due stagioni è stato ceduto allo Sporting per 18 milioni + 3 di bonus.
Non è stata l'unica grande operazione messa a segno nella seconda era di Pantaleo a Lecce. Altri due affari da ricordare sono quelli che riguardano Marin Pongracic e Valentin Gendrey: per il primo quasi dieci milioni di plusvalenza (preso a 1,5 dal Wolfsburg, rivenduto a 15+1 di bonus alla Fiorentina), per il secondo quasi dieci (preso a 800mila dall'Amiens, rivenduto a 8 all'Hoffenheim).
Gli affari col Partizan
Storicamente c'è sempre stato un filo conduttore tra i talenti scovati da Corvino e i campionati dell'est Europa, e nello specifico con il Partizan.
Curiosamente infatti sia Stevan Jovetic (2008), che Adem Ljajic (2010), che Matija Nastasic (2010), che Nikola Milenkovic (2017) che Dusan Vlahovic (2017), sono tutti stati prelevati dal club di Belgrado quando il direttore sportivo lavorava per conto della Fiorentina.
E tutti hanno poi portato a grandi cessioni, rispettivamente a Manchester City, Roma, Manchester City, Nottingham e Juventus.

Il primo grande colpo
La Fiorentina e il Manchester City hanno fatto parte della carriera di Valeri Bojinov, probabilmente il primo grande colpo internazionale di Corvino nel lontano 2000.
Il calciatore bulgaro venne scovato ancora 14enne in torneo disputato da una squadra maltese e portato subito a Lecce, dove esordì in Serie A a 15 anni.
Bojinov viene ancora ricordato per la sua precocità, ed ebbe una carriera relativamente corta sebbene sia stata ricca di cambi di maglia.
Dal Sudamerica
I campionati balcanici non sono stato l'unico serbatoio a cui attingeva Corvino, noto anche per aver portato in Italia due centrocampisti sudamericani.
Felipe Melo nel 2008 ed Erick Pulgar nel 2015, durante la breve parentesi al Bologna, sono altri due esempi di colpi riusciti: il primo venne preso a 8 milioni e rivenduto un anno dopo a 25 alla Juventus, il secondo ha quadruplicato il suo valore passando da 2,5 a 10 in quattro stagioni.