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Lautaro Martinez: "Sto giocando più lontano dall'area, tocca a Thuram fare gol"

Lautaro Martinez
Lautaro MartinezAndrea Diodato/NurPhoto/AFP
L'attaccante nerazzurro ha raccontato il suo momento fatto di pochi gol ma di molta abnegazione. Guerriero sin da quando era bambino, il capitano della squadra campione in carica ha parlato dell'importanza del suo partner d'attacco e del suo allenatore Simone Inzaghi

Dopo la vittoria della Copa America sono tornato qualche giorno prima dalle ferie per l’infortunio di Taremi e ho avuto qualche difficoltà: il corpo a volte ti presenta il conto. Adesso però sto meglio. A volte mi sento un robot, altre volte no: riposare mi piace poco, ma a volte le gambe non rispondono, a volte è la testa che non va. Le due cose devono essere collegate e bisogna essere bravi a gestirsi". Così Lautaro Martinez, attaccante dell'Inter, ha spiegato il suo momento attuale in un'intervista al Corriere della Sera.

Il capitano nerazzurro, a secco di reti da un mese, ha spiegato così il suo difficile momento realizzativo: "Sono un attaccante e vivo per il gol. Però si deve anche analizzare la partita che uno fa. E io in questi mesi sto giocando più lontano dall’area, perché mi piace far salire la squadra: è una cosa che sto aggiungendo al mio gioco e mi sento bene così.

Lautaro ha così dato un compito importante al suo partner offensivo Marcus Thuram: "Lui sta più centrale e più avanzato, ma non è una cosa studiata: nasce dalla nostra intesa in campo. L’anno scorso spesso era lui che arretrava un po’ o si allargava, adesso tocca a lui fare più gol”.

Le statistiche di Lautaro in campionato
Le statistiche di Lautaro in campionatoFlashscore

La sua intenzione, nonostante tutto, è quella di tornare presto al gol: "Spero di sbloccarmi e che poi i gol arrivino tutti insieme. Del resto mi è già successo. L’importante è stare tranquilli e lavorare nel modo giusto. Sempre”.

Interrogato sulla vittoria in casa della Lazio, che ha dato la prova della concretezza della sua squadra, Lautaro ha detto: “Quello è stato un segnale importante e dobbiamo continuare a lavorare sull’intensità. Anche perché il campionato quest’anno è ancora più difficile ed equilibrato. Quando ho detto quelle cose, la squadra si divertiva in campo e si vedeva. E forse finora abbiamo dato la sensazione di divertici un po’ meno. Ma sappiamo sempre cosa fare, come trovare il compagno: Inzaghi ci lascia libertà di esprimerci al massimo”.

E proprio sul suo allenatore, l'argentino ha affermato: “È sottovalutato. Il suo segreto è che continua a volte a pensare come un calciatore, quindi ci capisce tantissimo e vive le cose come noi. Per me poi la fortuna è doppia, perché lui è stato attaccante e quindi mi lascia la testa libera e il sorriso. Sono cose molto positive. Io con Conte ho imparato tantissimo e lo ringrazio. Con Inzaghi sento di essere cresciuto a livello altissimo”.

Per ultimo, un pensiero sul settimo posto al Pallone d'oro: “Credo di aver fatto un anno importante, non solo perché sono stato capocannoniere in Copa America e in Serie A, ma anche per il modo di giocare. A volte sì mi sento sottovalutato. Però i trofei di squadra hanno un peso diverso”.