Ci sono calciatori che non accetteranno mai di fare le comparse. Soltanto pochi di loro, però, possono effettivamente permetterselo senza essere cosiderati superbi o, ancora peggio, fuori luogo.
Non c'è dubbio che Henrikh Mkhitaryan sia uno di questi. La sua recente, splendida prestazione contro il Bayern Munich in Champions League è stata, infatti, solo l'ulteriore conferma della sua classe, della sua intelligenza tecnica, del suo carattere immenso.
Stagione faticosa
E dire che alla vigilia della sfida di ritorno dei quarti di finale della massima competizione continentale, il centrocampista armeno dell'Inter aveva fatto capire di essere vicino al capolinea: "Forse mi restano uno o due anni da giocare. O forse smetto alla fine di questa stagione".
Parole che ricordano molto quelle di Toni Kroos, uno che non aveva mai nascosto la propria volontà di chiudere la sua impressionante carriera al top, quando era ancora un titolare indiscutibile. Ed è proprio quello che il regista tedesco ha fatto la scorsa estate e solo Carlo Ancelotti sa quanto gli sarebbero servite le sue geometrie anche quest'anno.

Ebbene, l'anno prossimo potrebbe essere Simone Inzaghi a rimpiangere il proprio campione: "È una delle stagioni più faticose della mia carriera, stiamo giocando su tre fronti e non vogliamo mollare. Sono felice di aver raggiunto questo punto, anche perché magari non mi ricapiterà più".
Numeri da top player
Dando un'occhiata ai dati Opta messi a disposizione di Diretta, però, è praticamente impossibile trovare i segnali di questa sua stanchezza. Ed è proprio questo che rende la sua situazione molto simile a quella di Toni Kroos che, quando ha deciso di appendere le scarpe al chiodo, sarebbe stato ancora titolare in praticamente tutte le squadre del pianeta.
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Per quanto riguarda il campionato italiano, l'armeno si è già messo alle spalle, a sei giornate dalla fine del torneo, quasi 300 minuti in più (2.233) di due anni fa (1.996) e se dovesse giocare, come probabile tutti, o quasi, i minuti che restano andrebbe molto vicino ai 2.803 della scorsa stagione.

E che Inzaghi continui a puntare forte su di lui lo si capisce dal fatto che lo ha gia schierato titolare in 28 occasioni in Serie A (su 29 presenze) e 7 in Champions League (su 10) per 39 presenze totali nelle due competizioni più importanti.
La scorsa stagione il suo pallottoliere si fermò a quota 43 (36+7, 42 da titolare) e due anni fa, campagna in cui l'Inter arrivò fino alla finale di Champions League, a 44 (31+13, 35 da titolare). Numeri che potrebbe superare ampiamente a fine stagione, considerato che mancano ancora sei giornate di campionato e almeno due di Champions.
Come Kroos
Insomma, come dicevamo, Mkhitaryan potrebbe concludere la stagione in corso con il numero più alto di presenze e minuti da quando è arrivato a Milano. E sebbene abbia segnato, sinora, soltanto un gol e servito quattro assist (2+8 la scorsa stagione, 3+2 due anni fa), il suo impatto sul gioco, sia con la palla che senza, dell'Inter è sotto gli occhi di tutti.

A confermare il parallelismo tra il genio armeno dell'Inter e Toni Kroos ci sono i pochi infortuni, segnale evidente di un campione che continua a prendersi cura di se stesso, e i numeri delle ultime tre stagioni del tedesco che sono praticamente identici tra loro (proprio come succede con Henrikh): 2.994 minuti (sempre prendendo in considerazione campionato e Champions) nella stagione 2023-2024, 3.009 la campagna precedente, 3.010 due anni prima.
Si riparte dal Dall'Ara
Quello che è certo è che Inzaghi continuerà a scommettere forte su di lui. A cominciare dalla supersfida di domenica prossima al Dall'Ara contro il Bologna, una delle squadre contro cui Henrikh ha disputato più incontri, segnando due gol e servendo un assist.
Dieci in totale le sfide dell'armeno contro i rossoblu con un bilancio di cinque vittorie, un solo pareggio e quattro sconfitte.
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