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L’Inter si gioca il trono europeo: il percorso dei nerazzurri tra Champions League e Serie A

Carlos Augusto esulta con Yann Bisseck
Carlos Augusto esulta con Yann BisseckNicolo Campo / AFP
L’Inter punta a scrivere una delle pagine più emozionanti della sua storia recente: dopo aver sfiorato la vittoria dello Scudetto, la corazzata di Inzaghi cercherà la gloria europea sfidando il PSG in finale.

L’Inter vuole chiudere la stagione 2024/25 scrivendo un capitolo glorioso della sua storia, fatto di conferme, sacrifici e una finale di Champions League ancora tutta da giocare. Dopo un avvio incerto in Serie A, i nerazzurri hanno trasformato dubbi in certezze e rincorse in dominio, lanciandosi in una corsa emozionante in tutte le competizioni. 

Guidati con lucidità e coraggio da Simone Inzaghi, hanno affrontato una Serie A agguerrita senza mai perdere la propria identità, cedendo solo all’ultimo respiro contro il Napoli. In Champions, invece, hanno dato vita a battaglie epiche, come quelle contro Barcellona in semifinale e Bayern Monaco nei quarti. Ma la loro cavalcata è iniziata fin dalle prime giornate: ripercorriamo insieme il percorso nerazzurro tra Italia e Europa.

Un inizio con qualche scossone

Il cammino stagionale dell’Inter si è aperto con un 2-2 rocambolesco in trasferta contro il Genoa al Ferraris, una partita che ha subito mostrato qualche difficoltà e la necessità di trovare rapidamente certezze.

Nelle prime cinque giornate di campionato, la squadra ha raccolto solo 8 punti su 15 disponibili, con due vittorie (entrambe in casa contro Lecce e Atalanta), due pareggi (Genoa e Monza) e una sconfitta nel derby per 2-1 contro il Milan. 

Quest’avvio altalenante ha fatto emergere alcune fragilità difensive, con una media vicina al gol subito a partita, e una strana discontinuità nel concretizzare le occasioni offensive più importanti. Tuttavia, la solidità mentale del gruppo e la capacità di Inzaghi di lavorare sulla tenuta tattica hanno permesso di mantenere un’identità di gioco riconoscibile e, a lungo andare, letale. 

La svolta post derby e il contributo dei singoli

Dopo il ko nel derby alla quinta giornata, l’Inter ha innestato le marce alte, cambiando passo in maniera netta e decisa. Da lì in avanti, i nerazzurri hanno messo insieme una striscia impressionante di 17 risultati utili consecutivi in campionato, firmando il proprio record stagionale e lanciandosi con autorità ai vertici della classifica.

Tra questi risultati, spiccano vittorie importanti come il 6-0 contro la Lazio all’Olimpico e il 4-4 mozzafiato al Meazza contro la Juventus. 

Lazio-Inter
Lazio-InterFlashscore

Nel corso di questa serie positiva, la difesa nerazzurra ha subito solo 14 gol, con un ruolo chiave svolto dal portiere Sommer, autore di 12 clean sheet. 

Il centrocampo si è rivelato un motore insostituibile: Nicolò Barella ha chiuso la stagione con 3 gol e 6 assist, mentre Calhanoglu ha garantito la sua solita creatività, contribuendo con 5 gol e 6 assist.

In attacco, la coppia Lautaro Martinez-Thuram ha portato freschezza e incisività, con il primo autore di 12 gol e il secondo di 14, spesso decisivi nei momenti chiave delle partite.

Le statistiche di Thuram e Lautaro Martinez
Le statistiche di Thuram e Lautaro MartinezOpta by Statsperform

A completare l’equilibrio offensivo, Dumfries è stato un autentico motorino sulla fascia destra, con 7 gol e 2 assist. 

Anche se lo Scudetto è finito nelle mani del Napoli, non si può certo definire negativa la stagione dell’Inter. Anzi, i nerazzurri hanno mostrato una straordinaria continuità, grazie alla macchina quasi perfetta costruita da Inzaghi e ai meccanismi ormai rodati che hanno consentito loro di restare al top del calcio italiano.

E non solo: anche in Europa il club lombardo ha saputo imporsi, portando la propria identità in un cammino continentale di altissimo livello.

Inter formato Europa: una corazzata da paura

Tra un impegno di campionato e l’altro, l’Inter ha affrontato con personalità anche la nuova e rivoluzionaria formula della Champions League, caratterizzata da un girone unico in stile campionato e da un maggior numero di gare. Un format inedito che non ha intimorito minimamente la squadra di Inzaghi, scesa subito in campo con piglio deciso e consapevole dei propri mezzi: emblematico lo 0-0 d’esordio contro il Manchester City di Guardiola.

Un debutto solido, che ha fatto da preludio a una serie impressionante di vittorie senza subire reti contro Stella Rossa, Young Boys, Arsenal, Lipsia, Sparta Praga e Monaco. Un cammino europeo ai limiti della perfezione, macchiato solo dall’unico passo falso: l’1-0 incassato in casa del Bayer Leverkusen di Xabi Alonso. Una battuta d’arresto che, tuttavia, non ha minimamente compromesso il percorso straordinario dei nerazzurri, capaci di chiudere la fase a campionato al quarto posto, certificando una crescita esponenziale e una compattezza fuori dal comune.

Nella fase a eliminazione diretta, poi, la corazzata di Inzaghi ha alzato ulteriormente l’asticella. Agli ottavi è arrivato il successo sul Feyenoord, reduce dall’eliminazione del Milan, mentre nei quarti è toccato al Bayern Monaco cedere il passo in una gara di ritorno al cardiopalma a San Siro, vinta con cinismo e maturità.

Infine, una semifinale da tramandare ai posteri: il doppio confronto con il Barcellona si è rivelato una delle pagine più belle della recente storia europea. A tenere banco, il duello con il talento incontenibile di Lamine Yamal, che però non è bastato ai blaugrana per fermare una squadra compatta, lucida e dotata di un’invidiabile tenuta mentale.

Testa, cuore e carattere: sono stati questi gli ingredienti del cammino europeo dell’Inter, che ha saputo mettere in riga le migliori d’Europa, arrivando a un soffio dal sogno che manca dal 2010. Ora sì, si può sognare davvero, alla luce di un percorso che ha consolidato la statura internazionale del club e rafforzato la sua identità anche in patria. Una squadra costruita con pazienza, cresciuta tra Serie A ed Europa, e diventata una macchina da guerra pronta a tutto pur di conquistare la gloria eterna.