Al Tardini, sotto il sole caldo di fine estate, Parma e Atalanta si sono affrontate con il desiderio di scrollarsi di dosso l’esordio senza vittoria. Il debutto casalingo di Carlos Cuesta ha acceso l’entusiasmo dei tifosi crociati, mentre Ivan Jurić chiedeva riscatto dopo il pari col Pisa.
La partita, però, è stata un duello equilibrato, combattuto su ogni pallone, e si è sbloccata solo nella ripresa. Alla fine, un 1-1 che regala il primo punto della stagione al Parma e condanna l’Atalanta al secondo pareggio consecutivo.
Il palo ferma Scamacca, ma è già "Cuesta ball"
I primi quindici minuti sono stati un manifesto del nuovo Parma: fraseggi dal basso, coraggio nel possesso e linee di passaggio scolpite attorno a Pellegrino. Un’avvisaglia di quella che qualcuno già chiama “Cuesta ball”.
L’Atalanta, invece, ha provato a spezzare il ritmo affidandosi al talento individuale, ma è servito un clamoroso regalo di Keita al 20’ per scuotere la Dea: de Roon ha recuperato alto e innescato Scamacca, che a porta vuota ha solo baciato il palo con un pallonetto destinato ad entrare.
Un brivido che non ha cambiato l’inerzia: Parma compatto, Dea lunga e imprecisa. Il pubblico ha apprezzato il coraggio crociato, premiato al 37’ da un bolide di Valenti che ha sfiorato il vantaggio lambendo il palo.

L’Atalanta ha replicato subito con Pašalić, il cui destro deviato ha accarezzato l’incrocio prima di uscire, preludio a un finale di primo tempo vibrante.
Bernabé, con un mancino al volo dal limite, ha costretto Carnesecchi alla deviazione plastica, ultimo atto di una prima frazione viva, intensa e per nulla scontata. Un duello tra un Parma frizzante e un’Atalanta ancora in cerca di sé stessa, sospesa tra il palo di Scamacca e i lampi dei padroni di casa.
Parma aggressivo e sul pezzo
La ripresa è iniziata come un copione già scritto: Parma aggressivo, deciso a sfruttare ogni incertezza dell’Atalanta, ancora lontana dalla verve che con Gasperini la rendeva implacabile.
I Crociati hanno subito fatto sentire il loro ruggito grazie al neoacquisto Oristanio, al debutto con la maglia crociata. L’ex Venezia ha vinto un rimpallo sulla sinistra, si è infilato in area e ha calciato: Carnesecchi ha respinto con reattività felina, ma il pallone è rimasto vivo e Pellegrino ha provato di prima, solo per scontrarsi ancora con il muro nerazzurro.
Al 65’ Juric ha mischiato le carte con una tripla sostituzione: fuori Zalewski, Maldini e Scamacca, dentro Zappacosta, Kamaldeen Sulemana e Krstović. La mossa ha dato subito energia all’Atalanta, che ha cominciato a muoversi con più determinazione e a cercare spazi tra le linee.
Il Parma però non si è scomposto. Al 66’, Valeri ha sfrecciato sulla sinistra e ha servito Pellegrino: stacco di testa e pallone di poco fuori. Le squadre si sono aperte, regalando azioni veloci e spazi per le ripartenze, con Krstović che ha scaldato il destro in due tentativi neutralizzati da Suzuki.
Pašalić fa centro, Cutrone fa esplodere il Tardini
Al 78’ è arrivata la magia dell’Atalanta: Krstović ha pennellato una sponda perfetta per Pašalić, che ha scoccato un destro secco dal limite, imprendibile per Suzuki. L’1-0 ha liberato la tensione in panchina e negli spalti: Jurić ha sorriso, la Dea sembrava vicina alla vittoria.
Ma il Parma non si è arreso. Alla primissima occasione, ha trovato il pareggio con Patrick Cutrone, entrato all’81’: l’attaccante ha raccolto la respinta corta di Carnesecchi sul colpo di testa di Delprato e ha sparato in rete, facendo esplodere il Tardini e regalando un punto preziosissimo ai Crociati, in una ripresa vibrante e piena di colpi di scena.
