L’Atalanta ha confermato di poter inciampare, sì, ma solo fino a un certo punto. Tornata al Gewiss Stadium dopo tre sconfitte consecutive contro Inter, Fiorentina e Lazio, la Dea non si è limitata a reagire: ha voluto ribadire la propria identità e ritrovare quella fame che l’ha contraddistinta negli ultimi anni.
A farne le spese è stato un Bologna in grande forma, reduce da sette risultati utili consecutivi. Ma a Bergamo, di squadra in campo se n’è vista una sola: quella in maglia nerazzurra, che ha completamente oscurato la formazione di Vincenzo Italiano, imponendosi per 2-0 con le firme di Retegui e Pasalic e rilanciando con decisione la propria corsa europea.
La Dea dei giorni migliori
Il copione si è scritto fin dai primissimi minuti. Dopo appena 3 giri d’orologio, Retegui ha sbloccato il match girando in rete con precisione il cross tagliato di Bellanova. Un gol lampo, il più veloce mai realizzato dall’attaccante italo-argentino in Serie A, che a Bergamo non trovava la via del gol dal 18 gennaio.
Un inizio ad alta intensità, che ha riportato alla memoria un dato curioso: l’Atalanta non segnava nei primi 3 minuti di una partita di campionato dal 21 settembre 2021, quando fu Gosens ad andare a segno contro il Sassuolo.
Il Bologna, sorpreso e in totale balìa degli avversari, ha assistito impotente alla pressione nerazzurra, tornata quella dei giorni migliori: aggressiva, affamata, continua. Fame che ha incarnato ancora una volta Retegui al 21’, quando ha vinto il duello con Lucumì sull’out destro, raggiungendo il fondo e, da posizione complicata, pennellando un cross perfetto per l’accorrente Pasalic.
Il croato, dimenticato dalla retroguardia rossoblù, ha firmato il raddoppio con il sinistro, rompendo un digiuno che durava da 5 mesi e mettendo a referto la sua 47ª rete con la maglia atalantina: un traguardo che gli consente di eguagliare una leggenda recente come Josip Ilicic.

Tutto è filato liscio per l’Atalanta, in pieno controllo del match. Anche quando, alla mezz’ora, il Bologna ha sfiorato il gol che avrebbe potuto riaprirla: su schema da punizione battuto da Freuler, Ndoye ha trovato il tempo per un destro a giro insidioso. Carnesecchi, coperto fino all’ultimo, ha deviato con un intervento provvidenziale, spedendo il pallone sul palo e salvando i nerazzurri da un rientro improvviso degli ospiti.
Una prima frazione da manuale per la Dea, macchiata però da un episodio pesante nel finale di tempo. Sead Kolasinac ha avuto la peggio in un contrasto con Orsolini: il ginocchio ha ceduto e il difensore bosniaco è stato costretto ad abbandonare il campo in barella, tra l’apprensione generale. Una tegola pesante per Gasperini, che perde uno dei cardini del reparto arretrato (la prima diagnosi parla di un trauma distorsivo al ginocchio). L'entusiasmo del Gewiss Stadium si è spento per un attimo, congelato da un ko che ha fatto calare il silenzio su un primo tempo altrimenti perfetto.
Rivoluzione per Italiano
Deluso dalla prova dei suoi nei primi 45', Vincenzo Italiano è intervenuto con decisione già all’intervallo, rivoluzionando l’assetto con tre cambi immediati. Fuori, a sorpresa, Orsolini, insieme a Lucumì e Fabbian; dentro Dominguez, Casale e Cambiaghi, nel tentativo di dare una scossa alla squadra sin dai primi minuti della ripresa.
Il Bologna ha effettivamente guadagnato metri e riequilibrato il possesso, ma non è riuscito a riaprire la partita. I rossoblù hanno comunque messo alla prova Carnesecchi in più frangenti, rendendo il secondo tempo tutt’altro che agevole per l’Atalanta. Il più pericoloso tra i subentrati è stato Dominguez, che ha impegnato il portiere nerazzurro con due conclusioni, troppo centrali però per sorprenderlo.
L’estremo difensore atalantino ha poi dovuto superarsi su un tiro-cross insidioso di Miranda dalla sinistra, prima di controllare con lo sguardo un colpo di testa di Casale che ha sfiorato la traversa intorno all’ora di gioco. Proprio Casale, entrato a inizio ripresa per dare maggiore solidità in difesa, è stato costretto ad alzare bandiera bianca per un infortunio alla spalla, lasciando il campo e obbligando Italiano a esaurire i cambi a disposizione.

Sul fronte opposto, invece, Gian Piero Gasperini ha gestito con calma il finale, ricorrendo alle prime sostituzioni non forzate solo a dieci minuti dal termine. Dentro Maldini, Cuadrado e Brescianini per portare freschezza e tenere bassa la difesa del Bologna, gestendo il risultato con ordine e lucidità.
Un secondo tempo più tattico che spettacolare, quasi una partita a scacchi, dove l’Atalanta ha controllato senza affanni e senza concedere vere occasioni. Una gestione impeccabile che ha permesso ai nerazzurri di archiviare la pratica con il 2-0 finale, tornare al successo dopo tre sconfitte consecutive e rilanciare le proprie ambizioni Champions.
Con questa vittoria, la Dea scavalca nuovamente la Juventus, tornando al terzo posto in classifica, e stacca il Bologna, ora quinto a quattro lunghezze di distanza.