Juan Cuadrado è un vero e proprio doppio ex della sfida di domani tra Juventus e Inter. Tuttavia, i numerosi anni trascorsi a Torino, rispetto all’unica stagione a Milano, lasciano intuire chiaramente come le simpatie del colombiano siano rivolte soprattutto ai bianconeri. Lo ha raccontato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
La sua prima impressione è la seguente: "La Juve è la Juve, si è rinforzata con giocatori forti, ma l’Inter è la più forte. Anche se l’anno scorso non ha vinto nulla. Che vinca la migliore!". Nonostante ciò, il colombiano sa da che parte stare: "Sono un tifoso bianconero. Mia madre vive ancora lì, i miei figli sono nati a Torino. Lucas ha sei anni, Lucia nove. Ho vissuto otto stagioni magiche, ho vinto cinque scudetti e diverse coppe. L’unico rimpianto resta la finale di Champions persa a Cardiff".

In bianconero, però, ha vissuto una grande delusione: "L’infortunio di De Sciglio aveva aumentato le mie chance, Allegri voleva tenermi. Da parte mia non c’erano dubbi: sarei rimasto. Poi la dirigenza è cambiata, l’allenatore è andato via e io sono rimasto in attesa. Mentre aspettavo una chiamata, lessi sui social che l’avventura era finita. Avrei preferito una parola o un messaggio privato. Ci sono rimasto male, è stato molto triste. Ma il calcio è così. I tifosi sono e saranno sempre nel mio cuore".
L'Inter, inoltre, è la sua vittima preferita: "Ai nerazzurri ho segnato sei reti. Non c’è altra squadra a cui ho fatto più male, è vero. In più, è sempre successo qualcosa: Perisic, Handanovic… ma voglio ricordare il gol realizzato all’Allianz nel 2017 da fuori area, di contro balzo".

Con i nerazzurri Cuadrado avrebbe poi giocato solamente 12 partite, per via di problemi fisici. Ed è qualcosa che lamenta senza nascondersi: "L'infortunio al tendine d’Achille mi ha condizionato, ma ho fatto parte di un gruppo di campioni e vinto lo scudetto della seconda stella. Scelsi l’Inter perché la famiglia voleva restare in Italia. Mi sono trovato bene con tutti, Simone Inzaghi ha sempre avuto fiducia".
Infine, un commento sull'etichetta di cascatore che gli è stata storicamente affibbiata: "Magari in alcuni episodi ho accentuato di più, ma se cado è perché sono stato toccato".