Contro la capolista Napoli, il Milan firma una prova di forza e identità. Primo tempo dominante, ripresa di resistenza in dieci: San Siro esplode, Allegri aggancia la vetta.
Contro la capolista, nella notte in cui si attendevano risposte pesanti, il Diavolo si è destato con una prestazione feroce e spettacolare, mostrando personalità, qualità e un’identità sempre più netta.
Un primo tempo dominante, illuminato da uno scatenato Pulisic e chiuso sul 2-0, ha aperto le porte a una ripresa di sofferenza e cuore, giocata in dieci uomini dopo l’espulsione di Estupiñán. Il Napoli ha provato a rientrare, ha accorciato con De Bruyne, ma si è infranto contro il muro rossonero e l’orgoglio di una squadra che ha saputo resistere, lottare e prendersi tutto.
Alla fine, è una vittoria che pesa più di tre punti: il Milan combatte e vola in vetta alla classifica, agganciando proprio il Napoli di Conte.
Il risveglio del Diavolo
Il vento caldo del grande calcio torna a soffiare su San Siro. Non è una notte di Champions, ma l’atmosfera è quella delle grandi imprese: lo stadio pieno, la Curva Sud che torna a ruggire, e un Milan che scende in campo con ferocia, idee chiare e una fame da squadra vera. Un primo tempo da stropicciarsi gli occhi, che fotografa il risveglio definitivo del Diavolo, proprio contro la capolista Napoli.
Bastano appena tre minuti per capire che aria tira: Pulisic accende la miccia con una fuga sulla sinistra che spacca in due la difesa azzurra, Marianucci finisce al tappeto e il cross basso dello statunitense trova l’inserimento millimetrico di Saelemaekers. Piattone chirurgico e San Siro esplode: 1-0, Milan in vantaggio e primo gol in Serie A per il belga dopo un digiuno con la maglia rossonera lungo un anno e mezzo.

Il Napoli prova a mantenere la testa alta, nonostante le crepe evidenti di una retroguardia falcidiata dagli infortuni. Senza Buongiorno, Rrahmani, Olivera e Spinazzola, la retroguardia partenopea balla pericolosamente. Eppure la squadra di Conte non si arrende, anzi, reagisce con orgoglio: Gutierrez impegna Maignan con un colpo di testa; poi ci prova McTominay, ma ancora il portierone rossonero dice no con autorità.
È un botta e risposta continuo, una sfida ad alto voltaggio in cui il Milan mostra il volto affilato di una squadra matura, mentre il Napoli alterna guizzi di talento a momenti di confusione. Modrić guida con la solita eleganza, Rabiot cuce il gioco e Pulisic svaria sulla trequarti con qualità.
Alla mezz’ora arriva il secondo squillo, e ancora una volta è "Captain America" a recitare il ruolo del protagonista. Dopo una sponda intelligente di Fofana nel cuore dell’area, l’americano si libera e calcia: una deviazione di Juan Jesus inganna Meret e il pallone si insacca sotto la traversa. È il 2-0 che fa impazzire San Siro, il quarto gol in campionato per l’ex Chelsea, vero trascinatore del nuovo Milan targato Allegri.
Il primo tempo si chiude su note altissime, con le due squadre che continuano a sfidarsi a viso aperto. De Bruyne inventa con una carezza verticale per Di Lorenzo, ma Maignan legge tutto in anticipo e chiude lo specchio con freddezza. Dall’altra parte, è ancora Saelemaekers a flirtare con la doppietta: sinistro secco dal limite, ma Meret risponde presente, plastico sul primo palo.
Orgoglio azzurro
La ripresa si apre con un Napoli decisamente più aggressivo, come se Conte avesse soffiato sul fuoco durante l’intervallo. Bastano pochi secondi per vedere Modrić abbassarsi fino alla linea difensiva per spegnere una pericolosa verticalizzazione su Højlund.
Poco dopo è ancora il danese ad avere l’occasione più ghiotta: taglio sul primo palo sul cross teso di Di Lorenzo, ma gli manca la zampata per questione di centimetri. Il Milan è alle corde e si affida ai riflessi di Maignan, che al 54’ vola a negare il gol del pari a McTominay, staccato in mezzo all’area su invito perfetto di Politano.
Sulla respinta corta del portiere francese, però, si avventa Di Lorenzo, che viene trattenuto da Estupiñán: Chiffi indica il dischetto e ammonisce il terzino rossonero. Ma il VAR lo richiama: è una chiara occasione da rete. Dopo la revisione, il giallo si trasforma in rosso. Milan in dieci, e San Siro trattiene il fiato.
Allegri corre subito ai ripari: fuori Pulisic, acclamato dal pubblico, dentro Bartesaghi per ricompattare la linea difensiva. Ma l’inerzia è tutta azzurra. Sul dischetto si presenta Kevin De Bruyne: rincorsa secca, esecuzione impeccabile. Maignan da una parte, palla dall’altra. 2-1 al 60’, e partita totalmente riaperta.
Milan in trincea
Accorciate le distanze, Conte va all-in: fuori De Bruyne, Højlund, Politano e McTominay, dentro Elmas, Lucca, Neres e Lang. Il Napoli si riversa nella trequarti rossonera, cercando spiragli. I cambi portano freschezza e qualità sugli esterni, ma anche meno ordine: si attacca a testa bassa, ma senza lucidità.
Il Milan, con un uomo in meno, si chiude a riccio e gioca una mezz’ora finale di puro sacrificio. Allegri richiama Saelemaekers, inserisce Athekame, e a venti dal termine arriva anche il ritorno più atteso: Rafael Leão. Il portoghese, al rientro dall'infortunio, prova a dare respiro alla squadra con qualche sgroppata, ma spesso si ritrova da solo, accerchiato e costretto a gesti complicati.
I rossoneri trattengono il respiro, stringono i denti e si affidano all’esperienza, alla malizia e al cuore. L’assalto finale del Napoli sbatte contro il muro rossonero, che regge fino all’ultimo secondo con orgoglio e disciplina.

Così, il Milan porta a casa tre punti soffertissimi, più per l’inferiorità numerica che per il gioco, considerando il dominio del primo tempo. Per Allegri è il quarto successo consecutivo in campionato, che vale l’aggancio in vetta a Napoli e Roma. Il Diavolo, insomma, fa sul serio.