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Flashback | Zibi Boniek: il "Bello di notte" bianconero dal cuore giallorosso

Zbigniew Boniek
Zbigniew BoniekSILVIA LORE / NurPhoto / NurPhoto via AFP
Nonostante i titoli vinti con la maglia della Juventus, Zibi non ha mai nascosto la propria predilezione per il club della capitale: "Non mi sono mai sentito anti-juventino come qualcuno ha detto e scritto. Mi sono solo trovato meglio a Roma. Tutto qui".

Negli ultimi 20 anni del XX secolo, la Serie A è stato di gran lunga il campionato più competitivo e importante d'Europa e, quindi, del mondo.

A partire dai primi anni Ottanta, infatti, cominciarono ad arrivare in Italia i migliori calciatori del pianeta che contribuirono ad alzare significativamente il livello del torneo. Senza dimenticare che, nel 1982, la nazionale azzurra, guidata da Enzo Bearzot in panchina e dal blocco Juve in campo, vinse il mondiale.

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"Bello di notte"

E fu proprio sulla sponda bianconera di Torino che, dopo la fine del Mundial di Spagna, sbarcò Zbigniew Boniek che, nei tre anni passati alla Vecchia Signora, si meritò il soprannome di "Bello di notte", coniato da Gianni Agnelli in persona.

Secondo l'Avvocato, infatti, in un'epoca in cui si giocava soprattutto nel primo pomeriggio, il talentuoso attaccante polacco dava il meglio di sé sotto le luci dei riflettori che illuminavano, soprattutto, le gare europee della Juve.

Proprio come nella tragica notte dell'Heysel, quando Zibi (che pochi mesi prima, sempre di notte, aveva già steso il Liverpool con un doppietta, in Supercoppa Europea) si procurò il polemico calcio di rigore, poi trasformato da Michel Platini, che avrebbe regalato al club torinese la sua prima Coppa dei Campioni. 

Traditore?

L'esperienza di Boniek in bianconero, tuttavia, durò solo tre anni. In realtà, nel 1982, il campione nato a Bydgoszcz il 3 marzo del 1956 aveva già un accordo con la Roma che, però, aveva qualche problema economico. E fu proprio così che la Juventus approfittò della situazione riuscendo a soffiarlo al club giallorosso.

Boniek e il presidente Dino Viola, però, si erano fatti una promessa: "Ci risentiamo tra tre anni", ossia quando scadeva il suo contratto con la Vecchia Signora. Ed entrambi la mantennero.

E così, nel 1985, nonostante in quel momento la Juve di Platini fosse la squadra più forte d'Europa, Boniek si trasferì a Roma, guadagnandosi agli occhi dei tifosi bianconeri la fama di "traditore".

Un accusa che l'ex presidente della Federcalcio polacca e attuale vicepresidente della Uefa ha sempre respinto con fermezza: "Non ho mai parlato male della Juventus. Sì, è vero, tifo più per la Roma, ma non ho nulla contro la Juve", ha assicurato in più di un'occasione.

Cuore giallorosso

Se in quegli anni il campionato italiano era il migliore al mondo, le sfide tra la Roma e la Juventus erano le più calde in assoluto: "È una gara che si sente più a Roma che a Torino. Quando ero alla Juventus eravamo più focalizzati nel vincere in Europa, mentre a Roma ho capito che giocare contro la Juve è una cosa speciale. Affronti quella che è la squadra probabilmente più 'odiata' dall’ambiente".

Insomma, il Bello di notte bianconero si trasformò subito nel beniamino della Curva Sud e il suo cuore diventò ben presto giallorosso: "Non mi sono mai sentito anti-juventino come qualcuno ha detto e scritto. Mi sono solo trovato meglio a Roma. Tutto qui. Il ricordo più bello? Il 3-0 rifilato alla Juve nel 1986", ha ammesso in un'intervista rilasciata, qualche tempo fa, a Il Messaggero.