Flashback | Quando Fiorentina-Verona era una sfida d’alta quota

Due degli eroi dello storico scudetto del Verona: Preben Elkjaer e Osvaldo Bagnoli
Due degli eroi dello storico scudetto del Verona: Preben Elkjaer e Osvaldo BagnoliBILDBYRÅN / Bildbyran Photo Agency / Profimedia

Oggi ultime in classifica, ma nell’84-85 viola e gialloblù lottavano ai vertici: il Verona di Bagnoli volava verso il titolo, mentre la Fiorentina di Sócrates inseguiva tra tensioni e ambizioni europee.

La sfida tra Fiorentina e Verona, oggi ultima e penultima in classifica, richiama alla mente tempi lontani, quando le due squadre non lottavano per la salvezza ma per le prime posizioni della Serie A. Domenica prossima, però, i viola arrivano allo scontro diretto reduci dal pesante 3-1 subito contro il Sassuolo e ancora senza vittorie dopo 14 giornate, con appena sei punti raccolti.

Il Verona, dalla sua, sta leggermente meglio: ha nove punti e ha ritrovato un po' ossigeno battendo 3-1 l’Atalanta nell’ultimo turno di campionato. Come dicevamo, però, c’è stato un tempo in cui questo incrocio rappresentava una sfida al vertice del nostro calcio.

Il match del Franchi
Il match del FranchiOpta by Stats Perform

Uno scudetto leggendario

E così, la mente vola ai magnifici anni Ottanta, quando la Serie A era l'epicentro del calcio mondiale. Più precisamente alla stagione 1984-'85, l’anno dell'irripetibile Verona di Osvaldo Bagnoli, culminato con uno scudetto leggendario. 

Dopo sei giornate, gli scaligeri erano già in testa con dieci punti: un primato costruito dal primo turno e mantenuto fino alla fine. La Fiorentina, invece, inseguiva da vicino: terza, a due lunghezze di distanza. 

Era, dunque, un vero e proprio scontro d’alta classifica, che metteva di fronte una squadra piena di calciatori che sarebbero poi diventati leggende (Fanna, Briegel, Elkjaer, Di Gennaro, Galderisi e, il più istrionico tra i portieri della storia della Serie A, il grande Garella), contro la Viola guidata, in panchina, da 'Picchio' De Sisti e, in campo, da Sócrates in campo: senza dubbio, una delle squadre più affascinanti dell’epoca.

La partita

Quel giorno, il 28 ottobre 1984, davanti a 23.400 spettatori, il Verona dominò il primo tempo e andò al riposo sul 2-0 grazie all’autorete di Moz e al gol del bomber Galderisi. La supremazia fu tale che la Fiorentina tornò in campo con cinque minuti di ritardo dopo un confronto acceso negli spogliatoi.

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Poco prima dell'inizio della ripresa, Daniele Massaro, intercettato dai microfoni Rai di Gianfranco Galeazzi, ammise che si era parlato di ciò che non aveva funzionato e che avrebbero provato a reagire nonostante, secondo lui, la gara fosse oramai compromessa. Quasi per caso, però, Eraldo Pecci la riaprì direttamente da calcio d’angolo, ma la verità è che, successivamente, fu il Verona a andare più vicino al terzo gol che non la Fiorentina al pareggio.

Da quel momento in poi, gli scaligeri rimasero in vetta senza interruzioni, condividendola solo alla sedicesima giornata con l’Inter, per poi riprendersi subito il comando in solitaria e volare verso uno scudetto storico, conquistato con quattro punti di vantaggio sul Torino e cinque sulla stessa Inter. Un’epoca lontana, ma che rende ancor più suggestivo lo strano big match del prossimo fine settima che, però, è segnato da ben altre ambizioni.

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