Il 24 febbraio 2002 resta una data indelebile nei ricordi dei derby torinesi ed è ancora oggi ricordato come uno degli scontri più intensi e controversi della storia che accomuna Juventus e Torino.
L’andata, del resto, aveva già offerto uno spettacolo incredibile, con il Toro capace di recuperare uno svantaggio di tre gol. Ma, come vedremo, anche il ritorno non ha deluso le aspettative. Anzi.
Dopo il gol lampo di Trezeguet per la Juve, la squadra granata era riuscita a ribaltare la situazione nella ripresa grazie ai guizzi di Ferrante e Cauet.
Nel finale, però, sarà un colpo di testa di Enzo Maresca a riportare in equilibrio il risultato. E fin qui, nulla di strano: un normale derby fatto di colpi di scena, una prima rimonta e una definitiva controrimonta.
Il gesto e le conseguenze
A far esplodere le polemiche, però, ci pensò l'attuale allenatore del Chelsea durante l’esultanza: il centrocampista siciliano, infatti, cominciò a correre mimando con le mani le corna, simbolo del Toro, evocando lo sfottò che caratterizzava Ferrante.
Il gesto scatenò immediatamente la reazione dei tifosi (e, a fine gara nel tunnel degli spogliatoi, anche quella dei giocatori) di casa, segnando la carriera del giocatore agli occhi della curva granata.
Prova ne sia che, ancora undici anni dopo, il ricordo di quell’episodio influì sulla trattativa tra il suo agente e il Torino, impedendo qualsiasi trasferimento in granata. Nel 2013, infatti, il club cercava un centrocampista e valutava la possibilità di prendere Maresca.
L'opzione, però, venne scartata e non proprio per questioni tattiche. A pesare fu proprio la memoria del gesto provocatorio che i tifosi giurarono che non gli avrebbero mai potuto perdonare.
